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Cronaca

Estorsioni ai giostrai della festa patronale: Comune di Brindisi assente nel processo

L'Amministrazione non si costituisce parte civile. Dopo il Comune di Mesagne, arriva la richiesta di danni da Torre Santa Susanna: 200mila euro anche per lesione dell'immagine. In 32 scelgono l'abbreviato, tra cui Luca Ciampi, ritenuto esponente del sodalizio nel capoluogo. In sette optano per l'ordinario, anche Parisi presunto capo a Mesagne. Quattro chiedono di patteggiare. Il blitz il 23 febbraio 2016

BRINDISI – Il Comune di Brindisi risulta, ad oggi, assente nel processo ottenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia su un presunto gruppo di stampo mafioso operante anche nel capoluogo, nel settore delle estorsioni ai danni dei giostrai presenti in città durante la festa in onore di San Lorenzo e San Teodoro. Non si è costituto parte civile, sebbene sia stato indicato come “leso” dai pm, “nella persona del sindaco pro-tempore” dopo gli arresti del 23 febbraio 2016, sotto la voce The Beginners sui volti nuovi del sodalizio scoperti dalla Squadra Mobile.

La conferenza dell'operazione Beginners-2

Gli imputati sono 43, 33 dei quali accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso. Si sono costituiti, invece, il Comune di Mesagne con l’avvocato Maria Luisa Valente, già in occasione della prima udienza preliminare, e oggi, data del rinvio, quello di Torre Santa Susanna con una richiesta di risarcimento dei danni, anche sul piano dell’immagine e della reputazione dei cittadini, per un totale di 200mila euro. L’istanza è stata depositata dall’avvocato Domenico Palombella e ammessa dal gup. Non risultano rappresentanti in giudizio neppure i Comuni di Ostuni, Carovigno, Oria ed Erchie, dove avrebbero agito i brindisini per i quali la Dda ha chiesto il rinvio al giudizio del Tribunale, a conclusione dell’inchiesta, il cui teorema accusatoria è rimasto sostanzialmente integro dopo i ricorsi al Riesame.

Nell’udienza preliminare di oggi 32 brindisini hanno scelto il giudizio in abbreviato, tra cui Luca Ciampi, ritenuto esponente del sodalizio nel capoluogo, come “affiliato a Daniele Vicientino di Mesagne, alias il professore”. Allo stesso gruppo avrebbe aderito Tobia Parisi di Mesagne che invece ha optato per l’ordinario al pari di sei imputati, Morris Cervellera, Renato Simonetti, i cugini Giuseppe Carlucci, Valerio Di Nunzio, Roberta Franco e Alessandro Nardelli.

Processo con riduzione della pena di un terzo, in caso di condanna, oltre che per Luca Ciampi per: Marco Antico, Luigi Campana, Fabrizio Campioto, Ivano Cannalire, Aldo Cigliola, Salvatore Del Monte, Davide Di Lena, Franco Dimastrodonato, Marcello Di Mola, Massimo Esperti, Francesco Franchin, Luigi Girardo, Veronica Girardo (compagna di Tobia Parisi) Antonio Grassi, Monica Grassi, Alessandro Leto, Tamara Niccoli, Roberto Orlando, Cosimo Papa, Alfonso Polito, Giuseppe Polito, Mario Polito, Andrea Prudentino, Claudio Pupino, Andrea Reho, Antonio Tarantino, Francesco Trane, Vincenzo Trono, Giuseppe Vantaggiato, Giuseppe Vinci. Istanza di patteggiamento per quattro: Giuseppina Magli Di Maggio, Lucio L’Incesso, Piero L’Incesso e Angela Albanese.

Tra gli episodi estorsivi contestati ci sono quelli ai danni dei titolari del Luna Park di Brindisi: “Dacci i biglietti per le giostre, per tutti i bambini delle famiglie del collegio, quelli di via Benvenuto Cellini”. I blocchetti per i più piccoli sarebbero stati pretesi da Luca Ciampi nel periodo in cui era ristretto nel carcere di Brindisi e chiesti dai suoi, pronti persino a dare dimostrazione delle “maniere forti” perché “venti blocchetti erano pochi” visto che “sette erano stati mandati a Mesagne”. Servivano i biglietti, questione importante, d’affari al pari delle altre, perché in tal modo il gruppo avrebbe ottenuto il consenso della gente, dei residenti e dei condomini, diventando punto di riferimento.Dei giostrai ha riferito anche il pentito mesagnese Francesco Gravina, detto il Gabibbo, quando gli è stato chiesto di parlare delle estorsioni.

 Nell’inchiesta sono state ricostruite tre estorsioni di stampo mafioso nell’estate 2013 partendo dal contenuto dei colloqui in carcere tra Parisi, già accusato di associazione mafiosa in Calypso, indagine del 2010,  e la sua donna , per la prima coinvolta in un’inchiesta sulla Sacra Corona Unita. Gli episodi contestati dai pm sono quelli ai danni del titolare dell’Aranceto, l’altra estorsione aggravata dal metodo mafioso sarebbe stata rivolta al gestore del Mashad e un’altra ancora avrebbe riguardato il titolare del Poison.Il gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare ha ritenuto mafiosa la condotta solo nei confronti di quest’ultimo, sostenendo che c’è stata “coartazione delle volontà”.

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