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Cronaca

"Ciao maestro Veronesi, grazie per la strada che hai tracciato"

Il ricordo di Stefano Burlizzi, allievo del professore scomparso di recente: "L'ho conosciuto quando frequentavo il quarto anno di Medicina, ha dimostrato che le cure possono essere effettuate nel rispetto della funzionalità corporea e della conservazione estetica"

Ci ha lasciati Umberto Veronesi, uomo e medico straordinario, dalle mille sfaccettature impossibili da contenere in un breve articolo. Nato nel 1925 ha attraversato l’intero scorso secolo ed il principio di quello in corso nella visione prima e nella certezza poi che il cancro non sarebbe stato per sempre una malattia alla quale arrendersi inesorabilmente.

umberto veronesi-2Spinto da questa convinzione ha indirizzato tutte le proprie energie in questa direzione. In uno dei tanti libri da lui scritti parlando dei primi anni di carriera dice “lavoravo con impegno per l’Istituo, scrivevo articoli e libri di testo, trascorrevo molto tempo in laboratorio e nell’addestramento chirurgico così non avevo molto tempo per lo studio privato che avevo ricavato in un piccolo locale del mio appartamento di periferia. D’altronde di pazienti allo studio se ne presentavano pochissimi, ma di questo non mi crucciavo molto. Avevo deciso che il mio vero obiettivo era di raggiungere in Istituto una posizione di vertice e di comando, per poter influire in modo decisivo sulle grandi scelte organizzative ed i nuovi indirizzi scientifici”.

A questo modo di interpretare la professione di medico si devono le sue intuizioni che hanno letteralmente stravolto l’approccio al tumore al seno per il quale Veronesi non solo ha dimostrato che la malattia si può curare ma che le cure possono essere effettuate nel rispetto della funzionalità corporea e della conservazione estetica. A lui piaceva dire che siamo passati dalla massima cura tollerata ( quella dei tempi in cui gli interventi chirurgici erano curativi ma devastanti) alla minima cura utile, che oggi ottiene migliori risultati terapeutici pur conservando il seno o ricostruendolo secondo principi estetici.

Le sue capacità scientifiche, le immense doti umane, l’innata propensione naturale alla leadership gli hanno conferito il ruolo di faro indiscusso e insostituibile per tutti i chirurghi che hanno deciso di dedicare la propria vita professionale alla lotta contro il cancro.

Personalmente ho conosciuto Umberto Veronesi quando frequentavo il quarto anno di medicina ed è a lui che devo tutte le mie scelte; pur frequentando la scuola bolognese non ho mai perso l’occasione di seguire i suoi corsi presso la scuola italiana di senologia di cui è stato fondatore e docente.

Già trasferitomi a Brindisi da qualche anno, un giorno mi telefonò in studio mentre stava visitando una donna da me operata per complimentarsi dell’intervento: una volta realizzato che non ero su “scherzi a parte” capii in quel preciso momento che tanti sacrifici avevano avuto un senso e che la mia strada sarebbe stata per sempre quella da lui tracciata.

Ciao maestro e grazie.

                                                                                   

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