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Venerdì, 24 Marzo 2023
Cronaca

Imprenditore e moglie rapinati e pestati a sangue: cugini condannati in Appello

Dodici anni e dieci mesi per i brindisini, omonimi: l’assalto alla villa di Cosimo Scialpi la sera del 29 aprile 2012

BRINDISI – Condannati anche in Appello i due cugini, omonimi, imputati per la rapina e il pestaggio all’imprenditore Cosimo Scialpi e alla moglie, nella villa alle porte di Brindisi, di ritorno dalla cresima della nipote: 12 anni e dieci mesi sono stati inflitti dalla Corte di Lecce a Nicola Chirico, 49 anni, di San Michele Salentino, e per l’altro, 48 anni, di Brindisi, considerati autori dell’assalto che cinque anni addietro fruttò un bottino pari a 500 euro.

La sentenza

Nicola Chirico, classe 1968Il primo, di recente, è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise d’Appello per l’omicidio di Cosimo Semeraro, detto Mimmo Capellone, avvenuto l’8 novembre 2007. Era stato assolto in primo grado, ed è stato arrestato subito dopo la lettura del dispositivo della sentenza che il suo avvocato, Ladislao Massari, intende impugnare con ricorso in Cassazione. Così come sarà oggetto di ricorso davanti agli Ermellini la sentenza di condanna pronunciata nella tarda serata di ieri, 30 ottobre, dalla Corte salentino, dopo l’articolata arringa del penalista Massari e del collega Paolo Barone del foro di Roma. L’altro imputato, invece, è libero. Rispetto alla conclusione del processo di primo grado, in Tribunale a Brindisi, i cugini hanno ottenuto la riduzione della pena di due mesi perché la Corte ha riqualificato il reato di riciclaggio dell’auto usata per l’assalto nella villa, in ricettazione.

Il Dna

Nicola Chirico, classe 1969Nelle motivazioni della sentenza del Tribunale, i giudici hanno ritenuto insuperabile la prova costituita dal Dna: il codice genetico portò al fermo del due cugini quattro mesi dopo il colpo avvenuto la sera del 29 aprile 2012. furono isolate tracce dagli airbag della Volvo usata dai rapinatori e quel codice venne confrontato con il Dna che era già nella disponibilità dei carabinieri perché raccolto durante il periodo delle perquisizioni svolte all’indomani dell’attentato davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi. Si scoprì poi che la strage era stata pensata e posta in essere dall’imprenditore Giovanni Vantaggiato, riconosciuto lucidamente folle e condannato al fine pena mai.

L'assalto

I cugini Chirico, quindi, anche per la Corte d’Appello di Lecce sono due dei quattro componenti del gruppo: col volto coperto e armati di pistole, si presentarono alla coppia come militari della Guardia di Finanza, picchiarono entrambi con calci e pugni. I complici non sono stati mai stati identificati. Spararono a scopo intimidatorio un colpo di pistola  in direzione della donna, che cadde a terra. Tutto questo perché pretendevano la consegna di 200mila euro. Somma poi ridotta a 20mila e poi ancora a 500 euro. I quattro obbligarono Scialpi a recarsi dal consuocero per reperire il denaro, mentre la moglie rimase sequestrata.

L’imprenditore venne chiuso nella sua autovettura, una Opel Astra. Lì esplosero altri colpi di pistola, una pallottola lo ferì a una gamba. Scialpi riportò una "emorragia cerebrale post traumatica" con prognosi di 47 giorni, alla moglie fu diagnosticato un "trauma cranico facciale, ematoma subdurale, franto parietale destro, trauma toraco-addominale". Ascoltato in aula, nel corso del processo, l’imprenditore disse: “Ho pensato di morire”.  
 

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