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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Asl, in una mappa i settori a rischio corruzione

Livello ritenuto “alto” nelle procedure per appalti, assunzioni, segnalazioni di imprese funebri e preparazione delle sale operatorie. Appello ai dipendenti e ai cittadini per segnalare anomalie

BRINDISI – Ci sono settori della Asl di Brindisi in cui il rischio corruzione continua a essere considerato alto, tenuto conto della probabilità di contaminazione e dell’impatto che già è stato evidenziato in passato e contestato dalla Procura in processi che pendono davanti al Tribunale, come quello scaturito dall’inchiesta chiamata “Virus” sulla contaminazione di interessi privati, di natura economica, nell’affidamento degli appalti.

Il logo della Asl di BrindisiLa mappatura dei settori di rischio è stata aggiornata di recente con riferimento al 2016 in una relazione di 84 pagine. Qui c’è uno zoom sulla situazione attuale esaminata dal responsabile della prevenzione della corruzione, Lucrezia Russo, funzionario amministrativo del settore Affari Legali, a cui la direzione generale della Asl ha assegnato, dal 3 novembre 2015,  il compito di sorvegliare e segnalare situazioni concrete e pericoli potenziali, in modo tale da adottare tutte le necessarie azioni correttive e preventive.

Nell’elenco sono state inserite innanzitutto le procedure di gara per l’affidamento di appalti rispetto alle quali, come si ricorderà, gli inquirenti sostengono che ci sia stata un’associazione per delinquere finalizzata al compimento di una serie di atti tra corruzione appunto e abuso d’ufficio, della quale avrebbero fatto parte anche alcuni dirigenti dell’Asl, imputati dopo essere stati indagati e arrestati in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare.

L'ospedale Perrino di BrindisiRispetto agli appalti e ai contratti, nella relazione è stato evidenziato il “rischio specifico di restrizione del mercato attraverso la definizione nel disciplinare di specifiche caratteristiche dei prodotti allo scopo di favorire una determinata impresa”. C’è anche un riferimento alla “elusione delle regole di evidenza pubblica mediante l’uso del modello procedurale delle consulenze o delle convenzioni, laddove invece ricorrono i presupposti di una gara d’appalto”. Sono stati sottolineati anche il “frazionamento artificioso”, l’uso “distorto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per favore un’impresa”, il “mancato rispetto dei criteri di valutazione e verifica delle offerte anormalmente basse e l’”abuso nel ricorso agli affidamenti in economica e ai cottimi fiduciari al di fuori delle ipotesi legislativamente previste. Meritevole di attenzione la “mancanza di sufficiente previsione nella pianificazione delle tempistiche di esecuzione dei lavori”.

Con riferimento a quest’ultimo aspetto, nel piano anti corruzione, è stato messo in evidenza che in tal modo l’”impresa non è eccessivamente vincolata a un’organizzazione precisa dell’avanzamento dell’opera” e che si creano “i presupposti per la richiesta di eventuali extraguadagni da parte dell’esecutore”. Allo stesso modo, è possibile inserire “varianti durante la fase esecutiva del contratto, al fine di consentire all’appaltatore di recuperare lo sconto effettuato in sede di gara”.

Rischio contraddistinto dal livello massimo anche per quel che attiene alla “scomposizione da parte dell’appaltatore della quota lavori che dovrebbe eseguire direttamente e affidamento attraverso contratti non qualificato come sub-appalto, ma alla stregua di forniture.

Reparto di Ematologia dell'ospedale PerrinoSono state ritenute ad “alto rischio” e contraddistinte con la lettera “A” anche le selezioni  per l’assunzione di personale, ambito nel quale il rischio “specifico” è costituito dall’”alterazione-omissione di passaggi procedurali e violazioni della par condicio”, sostiene la Asl anche con riferimento alla “mancata verifica a campione di autocertificazioni e dichiarazioni sostitutive dell’atto di reclutamento e contrattualizzazione”. E’ stata evidenziata, inoltre, la possibile “previsione di requisiti di accesso personalizzati” così come la “insufficienza di meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti professionali richiesti, allo scopo di reclutare candidati particolari”. E’ stata anche segnatala “l’inosservanza di regole a garanzia della trasparenza e dell’imparzialità della selezione, tra cui – a titolo esemplificativo – la mancata applicazione della regola dell’anonimato nel caso di prova scritta”.

Nel piano, il rischio elevato, è stato assegnato anche per la preparazione delle sale operatorie per “l’inserimento di interventi fuori programmazione, privi dei requisiti oggettivi di urgenza  in base alla tipologia”.

Resta da tenere sotto controllo la segnalazione di imprese di pompe funebri in rapporto ai pazienti deceduti negli ospedali del capoluogo e della provincia.  Anche in quest’ultimo caso, la Procura di Brindisi è intervenuta negli anni passati contestato l’esistenza di un gruppo del quale avrebbero fatto parte alcuni dipendenti della Asl e titolari di aziende di onoranze funebri, nell’inchiesta sul “caro estinto” imbastita anche sulla base di intercettazioni ambientali, nella camera mortuaria dell'ospedale Perrino, e telefoniche. Il processo è ancora pendente.

La camera mortuaria dell'ospedale PerrinoSecondo la Asl va monitorata la situazione per evitare che ci sia una “comunicazione in anticipo di un decesso a una determinata impresa di onoranze funebri previo accordo di compenso illegittimo o altre utilità”.

Quanto ai  “soggetti che concorrono alla prevenzione della corruzione all’interno dell’Asl”, sono “il Direttore Generale quale autorità di indirizzo politico dell’Azienda, il Responsabile della prevenzione della corruzione, i referenti per la prevenzione della corruzione per l’area di rispettiva competenza, tutti i dirigenti per l’area di rispettiva competenza”. E ancora: “l’Organismo Indipendente di Valutazione (Oiv) e gli altri organismi di controllo interno, l’Ufficio Procedimenti Disciplinari (Upd), tutti i dipendenti dell’amministrazione e  i collaboratori a qualsiasi titolo della Asl”.

Ai dipendenti dell’Azienda è rivolto un richiamo e al tempo stesso un invito alla massima collaborazione: chi lavora per la Asl “rispetta le misure necessarie alla prevenzione degli illeciti nell'amministrazione”, si legge nel piano. “In particolare, i dipendenti rispettano le prescrizioni contenute nel piano per la prevenzione della corruzione, prestano la loro collaborazione al Responsabile della Prevenzione della Corruzione e, fermo restando l'obbligo di denuncia all'autorità giudiziaria, segnalano al proprio superiore gerarchico eventuali situazioni di illecito nell'amministrazione di cui siano venuti a conoscenza”.

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