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Cronaca

Scippo borsa Gucci al mercato: “Sono stato io, ho fatto una grande fesseria”

Pasquale Iacobazzi, 29 anni, ottiene i domiciliari: ha lasciato il carcere dopo l’interrogatorio

BRINDISI – “Sì, sono io quello dello scippo della borsa Gucci al mercato di Sant’Elia. Ho fatto una grande fesseria quella mattina”. Confessione e domiciliari per Pasquale Iacobazzi, brindisino, 29 anni, arrestato in flagranza di reato dagli agenti della sezione Volanti del capoluogo, giovedì mattina.

La confessione e i domiciliari

iacobazzi-2-2-2L’indagato ha reso ampia confessione davanti al giudice del Tribunale del capoluogo, di fronte al quale si è svolto il processo per direttissima ottenuto dal pubblico ministero dopo l’arresto in carcere. Ha voluto rispondere alle domande del giudice Simone Orazio, alla presenza del suo difensore Giuseppe Guastella, del foro di Brindisi, e in questa occasione avrebbe anche ammesso di essere disperato. Il penalista, in considerazione dell’atteggiamento processuale di Iacobazzi, vale a dire della collaborazione dinanzi al giudice, ha chiesto il riconoscimento dei domiciliari. Il giudice ha accolto l’istanza del difensore e il brindisino, di conseguenza, ha lasciato il carcere di via Appia nel pomeriggio di venerdì.

Il processo per direttissima

Per la definizione della posizione processuale, l’avvocato Guastella ha chiesto termini a difesa: non è escluso che presenti richiesta di ammissione a riti alternativi, come avvenuto in passato quando Iacobazzi venne arrestato con l’accusa di aver preso di mira due saloni per parrucchiere nel quartiere Commenda, a distanza di pochi minuti, il pomeriggio del 18 ottobre 2016. Nel mese di luglio dello scorso anno, per questi episodi, è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione, in abbreviato, a fronte della richiesta a tre anni e quattro mesi del pm.

 Prima fece irruzione nel salone "Mary parrucchieri" di via Remo, cercando di forzare la porta di ingresso chiusa a chiave. Dopo piombò nel salone "Parrucchiere da Maria Pia" in via Sicilia e qui riuscì a portare via una borsa di una cliente e il denaro custodito in cassa, dopo aver minacciato le donne con un coltello. Venne fermato nei pressi del parco Di Giulio, nel parcheggio del supermercato Eurospar di via Di Vittorio, e portato in carcere. In occasione dell’udienza di convalida, chiese scusa, aggiungendo di aver agito per disperazione. 

Lo scippo al mercato di Sant’Elia

Di Iacobazzi da allora si erano perse le tracce, sino allo scorso giovedì, quando è stato raggiunto nella sua abitazione dagli agenti diretti dal vice questore aggiunto Vincenzo Maruzzella, con l’accusa di essere stato l’autore del tentativo di scippo di una borsa Gucci ai danni di una donna che, assieme a un’amica, era appena arrivata al mercato settimane del rione Sant’Elia. Incastrato dalle immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza di un negozio vicino al punto in cui è avvenuto l’episodio.

Una delle telecamere-2E’ successo attorno alle 7,30. A quell’ora, le bancarelle del mercato del giovedì, sono già al loro posto e ci sono i primi clienti. Donne, soprattutto. Una brindisina era appena arrivata, quando è stata strattonata da un uomo: voleva la borsa, una Gucci. Griffe che, evidentemente, aveva fatto gola. Lei ha opposto resistenza. Ha tirato verso di sé la borsa ed è caduta sull’asfalto. Lui non ha desistito. Avrebbe trascinato la donna sul marciapiede, determinato a portar via la borsa di marca. La donna non ha mollato la presa e a quel punto il brindisino si è dato alla fuga, mentre lei è stata soccorsa dai passanti e dagli ambulanti che hanno assistito alla scena.

Le telecamere

I poliziotti della sezione Volanti  hanno ascoltato il racconto della donna e di alcuni testimoni, ottenendo una primissima descrizione dell’autore dello scippo. Descrizione puntuale, stando a quanto hanno reso noto i poliziotti. Descrizione che ha fornito elementi utili per arrivare a dare un nome a quel volto, poi confermato dalla visione delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza di un negozio vicino. Fotogrammi nitidi diventati gravi indizi in base ai quali il pm ha chiesto il processo per direttissima.


 

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