Il caso del Ferraris e l'assenza di politiche sul diritto allo studio
Il caso dell'Ipsia Ferraris chiama in causa direttamente le funzioni e le scelte della Provincia di Brindisi in tema di governo delle strutture per l'istruzione secondaria superiore
Il caso dell’Ipsia Ferraris chiama in causa direttamente le funzioni e le scelte della Provincia di Brindisi in tema di governo delle strutture per l’istruzione secondaria superiore. Non circolano voci rassicuranti sullo stato finanziario dell’amministrazione provinciale di Brindisi, che certo paga per le incertezze gravi in cu versa il percorso di attuazione della riforma a livello nazionale, ma anche per la mancanza di iniziativa politica sui futuri assetti di governo del territorio e per i danni causati da precedenti gestioni. Il tutto in quadro di tagli pesanti alle rimesse da parte dello Stato.
Non ci potrà perciò aspettare, per il futuro, alcun piano di edilizia scolastica all’altezza della situazione. Ma questo non vuol dire che non si debba ragionare sul futuro dei patrimoni immobiliari dell’ente, e su una loro nuova destinazione, piuttosto che sul loro destino che sarà ineluttabile in assenza di progetti, determinazione e mobilitazione politica. Da anni questo giornale sostiene l’opportunità che almeno una parte degli istituti di istruzione superiore, quelli a indirizzo tecnico, trovino una sede stabile nel complesso della Cittadella, di intera proprietà della Provincia e sede ancora di realtà di ricerca e formazione con cui la scuola può entrare in sinergia.
C’è anche la fermata dei treni regionali della linea Brindisi-Taranto, e non sarebbe un problema per la Stp organizzare anche il collegamento con i suoi bus urbani ed extraurbani. Si tratta certamente di immobili dove i servizi vanno ripristinati e adeguati, o riaperti (come la Foresteria) ma si può ragionare con la Regione Puglia sulle risorse da reperire e investire, anche per dotare il complesso di allacci alla vicina rete fognaria e alle linee AqP della zona industriale di Mesagne, e per rendere autosufficiente Cittadella della Ricerca anche dal punto di vista energetico, per farne una città degli studi, oltre che della ricerca, e un campus senza eguali in Puglia.
Le peregrinazioni dei ragazzi e degli insegnanti dell’Ispia Ferraris in cerca di una sede sono l’immagine di una negazione del diritto allo studio che deve provocare reazioni non solo verbali o scritte, ma scelte amministrative e politiche, cui neppure la Regione Puglia deve sottrarsi, purché a Brindisi ci sia qualcuno in grado di chiamarla in campo. Altrimenti non è certo la volontà di combattere che mangc a studenti e docenti, ma devono esserci un fine e un progetto preciso.
La colpa di tutto questo non è solo dell’attuale presidente dell’amministrazione provinciale, Maurizio Bruno, già assessore provinciale al ramo in anni non lontani. Ma in questi territori non si può essere sindaci, presidenti di provincia e segretari di partito insieme, se si vogliono governare davvero i problemi.