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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Ex sede Enel all'asta: ultimo appello per salvare le vasche limarie romane

Da anni le associazioni ambientaliste si battono affinché l'immobile dismesso da Enel in via Bastioni San Giorgio, messo all'asta a livello nazionale dalla società elettrica assieme ad altri pezzi del proprio patrimonio immobiliare ormai inutilizzato, non venga alienato a privati

BRINDISI - Da anni le associazioni ambientaliste si battono affinché l'immobile dismesso da Enel in via Bastioni San Giorgio, messo all'asta a livello nazionale dalla società elettrica assieme ad altri pezzi del proprio patrimonio immobiliare ormai inutilizzato, non venga alienato a privati ma passi al Comune di Brindisi a titolo gratuito (o a prezzo simbolico), per essere poi demolito e sostituito da un'area attrezzata che valorizzi le vestigia storiche presenti, come le importanti vasche limarie dell'acquedotto romano che alimentava la città, uno dei porti più importanti della repubblica prima, e poi dell'impero.

Nessun esito hanno ottenuto sin qui le esortazioni e le petizioni. L'asta è andata avanti, ed Enel ha trovato un acquirente privato per cedere la struttura che si trova a ridosso dell'antica Porta Mesagne, della vasche limarie e a brevissima distanza dalla stazione ferroviaria. Tornano perciò alla carica Italia Nostra e il Gruppo Archeo Brindisi, inascoltati difensori dei beni culturali - assieme alla sezione della Società di Storia Patria - in una delle città meridionali più significative dal punto di vista storico non solo della Roma repubblicana ed imperiale, ma anche del periodo normanno-svevo, della dominazione spagnola, sino ai collegamenti con l'Oriente in epoche più recenti.

Tutto viene ricoperto, tutto viene dimenticato, niente viene utilizzato per ridare attrattiva culturale e turistica a Brindisi, malgrado la produzione e la ricerca storica non manchino di certo, grazie all'attività degli studiosi locali, e di enti come l'Archivio di Stato e la Biblioteca arcivescovile De Leo. Sembra ogni volta di intraprendere una battaglia contro i mulini a vento, tra lo stupore per la mancata tutela dei beni culturali presenti (vedi il caso attuale della Fontana di Tancredi e lo stato di abbandono del Castello Alfonsino, i rischi di chiusura che incombono sul Museo archeologico provinciale).

Immobile Enel lato Bastione Porta Mesagne-2

Invece di aprire qui si chiude. E Brindisi ne avrebbe di cose da mostrare, sia in città che nel suo agro, come il non lontano sito delle fornaci romane, i villaggio neolitici, gli insediamenti di epoca bizantina. Ora chi difende il diritto della città ad avvalersi di qesto ricco patrimonio, si trova di fronte al rischio di un nuovo "seppellimento" delle vasche limarie dell'acquedotto. Si domostrerà questo sindaco, Angela Carluccio, più decisa nei confronti dell'Enel, a richiedere alla società elettrica di ritirare dall'asta l'ex sede dei servizi tecnici di via Bastioni San Giorgio? Si è ancora in tempo?

La lettera al sindaco, Italia Nostra e il Gruppo Archeo Brindisi l'hanno già inviata, e si aspettano passi concreti. Vedremo se ci saranno, se la causa della difesa e della valorizzazione del patrimonio storico della città segnerà un punto, concretamente. Sarebbe una sopresa, un'eccezione in uno scenario dove la classe politica locale mostra tratti caratteristici molto, ma molto lontani da quelli di amministratori e partiti che fanno della cultura e della storia della comunità i propri punti di forza. Aspettiamo. 

La lettera di Italia Nostra e Gruppo Archeo Brindisi ad Angela Carluccio

"Gentile Signora Sindaca, le scriventi associazioni Italia Nostra e Gruppo Archeo Brindisi pongono alla Sua cortese attenzione quanto segue: l’immobile Enel sito in via Bastioni S.Giorgio, in area contigua a Porta Mesagne e alle Vasche limarie dell’Acquedotto romano, sta per essere venduto a privati (le trattative sarebbero in corso). In questo noi ravvisiamo un gravissimo danno al patrimonio monumentale della città.

Le vasche limarie romane brindisi

Dal 2007 si sono succedute ripetute richieste da parte di associazioni e cittadini (fu anche sottoscritta una petizione popolare) perché il Comune intervenisse presso la dirigenza Enel, chiedendo che l’immobile fosse ceduto gratuitamente all’amministrazione comunale, che avrebbe provveduto alla demolizione del manufatto e alla riqualificazione dell’area, realizzando magari una zona di rispetto a tutela del sito archeologico e monumentale adiacente.

Tale soluzione avrebbe contribuito a valorizzare importanti vestigia della nostra storia, cui le scriventi associazioni dedicano da tempo particolare attenzione (il Gruppo Archeo ha anche donato un cartello descrittivo del sito, quale modesto contributo in tal senso), ma – soprattutto – in questo modo la società Enel avrebbe avuto un’occasione per un “piccolissimo risarcimento” a
fronte di cospicui danni ambientali.

Tutto questo non è avvenuto e, oggi, dobbiamo ancora una volta avanzare questa richiesta: Signora Sindaca, siamo ancora in tempo, si faccia parte attiva in questo momento, intervenga autorevolmente presso la dirigenza Enel per ottenere quanto i suoi predecessori non hanno voluto o potuto chiedere: la cessione gratuita dell’immobile.

La possibilità che un privato acquisti l’edificio e lo ristrutturi, per l’uso che riterrà più conveniente, è un evento che deve essere scongiurato. Non ripeta l’errore già compiuto da altri per il fabbricato in costruzione in contiguità con la Fontana Tancredi, la cui vicenda, peraltro, non è ancora conclusa, dove il Comune concedendo il permesso di costruzione ha recato grave pregiudizio al bene monumentale. Ora aspettiamo da Lei un’azione".

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