Lidi Arena e Sant’Anna, il Comune insiste: “Cabine da demolire”
I titolari ricorrono di nuovo al Tar contro il provvedimento di "ripristino dello stato dei luoghi delle opere abusive" non condonabili. Tutto come negli ultimi anni
BRINDISI – Sembra una storia infinita quella di alcuni stabilimenti balneari lungo la costa Nord di Brindisi, un ritornello che scandisce ogni estate: il Comune ordina la demolizione di strutture ritenute abusive, come le cabine, i titolari dei lidi ricorrono al Tar. E ai giudici chiedono di sospendere l’ordinanza prima di entrare nel merito.
La strada che conduce alla sezione di Lecce del Tribunale amministrativo è stata intrapresa di nuovo dai titolari di Lido Arena e Lido Sant’Anna ai quali è stato notificato il provvedimento di demolizione con ripristino dello stato dei luoghi, a conclusione delle verifiche sul posto chieste dai funzionari del settore Urbanistica e delegate ai vigili urbani.
Giuseppa Elefante, in nome e per conto dello stabilimento “Lido Arena” ha adito il Tar per l’annullamento, previa sospensiva, il 20 giugno sorso e il Comune il 26 luglio ha deliberato la costituzione in giudizio, con incarico che la Giunta Carluccio ha conferito ai legali interni: la contestazione riguarda “21 cabine a servizio dello stabilimento”, già oggetto di un altro ricorso.
Davanti al Tar, infatti, pende il giudizio per aver “impugnato l’atto di ripulsa della domanda di sanatoria a firma del dirigente datato 18 dicembre 2015”.
Decisione analoga è stata adottata da Francesco Cariulo, in qualità di legale rappresentante e amministratore unico della Cariulo Agostino & C sas, la società titolare dello storico Lido Sant’Anna: gli avvocati chiedono l’annullamento, previa sospensiva, dell’ordinanza del 21 aprile 2016 con cui il dirigente del settore Urbanistica ha ordinato la “demolizione, rimozione e ripristino dello stato dei luoghi delle opere abusive” che la società aveva chiesto di condonare. Non una volta.
Dagli atti del Comune, riportati a titolo di premessa nella delibera della Giunta, emerge il riferimento a una richiesta protocollata niente di meno che nel 1986, il 31 dicembre, poi a un’istanza del 2 febbraio 2004 e poi c’è una domanda di accertamento di conformità del 3 giugno 2014. Si tratta di “cabine poste a schiera realizzate nello stabilimento balneare”.
Tra i due contendenti, quindi, la parola spetta ai giudici.