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Cronaca Ostuni

In quel bar una trappola micidiale: rovinato dai videopoker, poi l'usura

I terminal dove conduce la malattia del gioco d'azzardo, incluso quello legalizzato, sono tanti e tutti drammatici, a meno che non si varchi la soglia di un processo di recupero. Allunga la lista la vicenda di un pensionato di Ostuni, persona con alle spalle una attività pubblica non certo secondaria

OSTUNI – I terminal dove conduce la malattia del gioco d’azzardo, incluso quello legalizzato, sono tanti e tutti drammatici, a meno che non si varchi la soglia di un processo di recupero. Allunga la lista la vicenda di un pensionato di Ostuni, persona con alle spalle una attività pubblica non certo secondaria, che la spietata convivenza quotidiana con le slot machine elettroniche aveva, non metaforicamente, fatto finire in una stradina dove gli strozzini gli hanno ridotto il volto ad una maschera di sangue. E in questo caso gli strozzini si identificano con i gestori del bar dove la vittima andava a dissanguarsi davanti ai videopoker, più che interessati a prestare denaro al loro “cliente” con un tasso mensile del 10 per cento, e intenzionati a portagli via anche la villetta dove la parte lesa vive da solo.

Il Bar Vivere, uno dei luoghi delle indagini-2Tutto finisce nella serata di martedì, quando al Bar Vivere di via Vittorio Emanuele Orlando, nella piazzetta del mercatino settimanale, arrivano gli investigatori del commissariato di Ostuni con due ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Paola Liaci, su richiesta del pm Giuseppe De Nozza. Per Renato Saponaro di 58 anni e per il figlio Donato di 30, meglio noto come Antonio, la rubrica delle ipotesi di reato è lunga e pesante: usura, percosse pluriaggravate, tentata estorsione, rapina, danneggiamento, violenza privata. Padre e figlio finiscono in carcere. Donato Saponaro detto Antonio ha alcuni appunti con il nome della vittima che qualche mese prima si era decisa a sporgere denuncia.

La conferenza stampa al commissariato di Ostuni-2Ma non è tutto. Oltre al materiale probatorio fornito dallo stesso pensionato e sottoposto a verifiche dagli investigatori diretti dal vicequestore Francesco Angiuli, tra ricevute di assegni e registrazioni di colloqui effettuate su suggerimento della polizia, ci sono anche gli esiti degli appostamenti che il personale incaricato delle indagini ha eseguito nel corso delle settimane. Tutto dice – ha spiegato lo stesso dirigente del commissariato di Ostuni in conferenza stampa- che i due Saponaro puntavano al colpo grosso, ben oltre il 10 per cento che il pensionato aveva dovuto versare agli strozzini sul debito contratto con essi, al momento attestato sui 13.500 euro, ma ancora in fase di compiuta definizione.

Renato Saponaro-2I Saponaro, dopo aver messo totalmente sulla graticola la vittima, che si era recata da loro solo dopo essere finita in un vortice di scoperti in banca, prestiti da una finanziaria e lavori di ristrutturazione della casa da pagare, sempre a causa della febbre del gioco, per ritrovarsi con un problema raddoppiato, avevano deciso infatti di mettere le mani sulla stessa villetta del pensionato. Ma qui la vittima si era irrigidita. Aveva cercato di rinviare il più possibile il saldo del conto con i Saponaro, ma si sa, non c’è mai una fine nell’estinzione di un debito usurario. Era seguita dagli strozzini, che in alcune occasioni avevano bloccato il pensionato per strada trascinandolo in traverse poco frequentate per minacciarlo e picchiarlo. Come l’ultima volta, quando gli avevano conficcato le unghie nel volto lacerando la pelle in più punti e riducendolo ad una maschera di sangue.

Donato 'Antonio' Saponaro-2Questo episodio è uno degli ultimi, risale all’8 aprile e la vittima era già da tempo impegnata ad agevolare le indagini della polizia. Ma è stato anche il momento in cui il pm ha deciso di chiudere la partita, anche se, ha spiegato il vicequestore Angiuli, gli accertamenti di polizia giudiziaria proseguono per portare alla luce l’intera attività dei Saponaro, che hanno dimostrato di non essere certo alle prime armi nel settore dell’usura. I fatti di cui la polizia ha notizia invece partono dal 3 giugno, quando su consiglio di Donato Saponaro la vittima si recò nei pressi del Bar Vivere (ironia di un’insegna) per entrare in contatto con Renato Saponaro, detto Renatone, ex camionista ed ex contrabbandiere, che il 15 aprile del 2008 aveva tentato il colpo grosso trasportando dieci chili di coca nel doppiofondo di una Ford Mondeo, finendo però nella trappola dei carabinieri di Brindisi e Imperia ad un casello sulla A10.

E Renatone aveva accontentato il bisognoso, sapendo bene di avere a che fare con una persona indebolita dalla ludopatia, un limone da spremere per bene. Le cose andarono quasi subito proprio secondo le previsioni dei Saponaro: il pensionato pagava con grande fatica capitale ed interesse di tranche di 2000-2500 euro, tra pressioni e minacce. Poi non ce l’ha fatta più. Ed è scattato il ricatto sulla casa. Una sera il pensionato ha trovato il cancello della villetta serrato con catena e lucchetto, cui erano stati assicurati anche una latta di benzina e un accendino. Un segnale inequivocabile: ti bruciamo la casa. A quel punto, la decisione di andare in commissariato, dove il poliziotto che ricevette la denuncia riuscì a farsi rivelare una serie di particolari che delinearono subito lo scenario di quella minaccia, e consentirono l’avvio delle indagini.

La vittima ha subito, oltre le aggressioni, i pedinamenti, la pressione continua per andare dal notaio a formalizzare la cessione della villetta agli usurai, anche la minaccia costante della rivelazioni ai due figli della sua condizione di giocatore coperto di debiti. Una vergogna che il pensionato voleva a tutti i costi evitare. Ma la polizia ha applicato indirettamente la legge del contrappasso: mentre minacciavano, pedinavano, assillavano (una volta staccarono anche l'energia elettrica alla villetta durante un assedio al pensionato), i Saponaro sono stati a loro volta seguiti, fotografati, controllati, i loro colloqui registrati. Sino alla chiusura del capitolo. Non si sa bene se l’unico di questa storia, o il primo.

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