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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio Semeraro, assolto e scarcerato Nicola Chirico

La sentenza della Corte d'Assise di Brindisi: "Prove insufficienti". La difesa affidata agli avvocati Paolo Barone e Ladislao Massari aveva messo in dubbio la prova del dna. La procura aveva chiesto l'ergastolo

BRINDISI – Assolto dall’accusa di aver ucciso Cosimo Semeraro: Nicola Chirico, unico imputato per l’omicidio di Capellone, è stato scarcerato in serata subito dopo la sentenza di assoluzione pronunciata dai giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Brindisi, secondo cui non è stata raggiunta la prova della colpevolezza del brindisino classe 1968, titolare di un vivai a San Michele Salentino. Le motivazioni saranno depositate fra novanta giorni, termine indicato al momento della lettura del dispositivo.

Nicola Chirico, classe 1968La pubblica accusa, in mattinata rappresentata dal procuratore capo Marco Dinapoli aveva chiesto la condanna all’ergastolo per Chirico che con l’accusa di omicidio venne arrestato il 31 gennaio 2014 sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in cui il grave indizio era ritenuto il dna estratto dal lembo di un guanto di lattice trovato poco distanza dal cadavere di Semeraro, ucciso l’8 novembre 2007.

La prova scientifica legata al codice genetico, per la procura, è rimasta determinata per affermare la colpevolezza di Chirico. Ma è proprio sul dna che si sono soffermati i  difensori dell’imputato, prima l'avvocato Paolo Barone del foro di Roma e poi Ladislao Massari di Brindisi, sostenendo come – al contrario – c’erano motivi reali per arrivare a conclusioni opposte e cioè che Nicola Chirico non fosse presente sulla scena del delitto.

Il penalista Barone, nel corso della sua arringa andata avanti per ore, ha riportato alla Corte i risultati della consulenza chiesta al genetista di fama mondiale, Adriano Tagliabracci, nome legato al caso dell’omicidio di Meredit Kercher, essendo stato chiamato dai difensori di Raffaele Sollecito, poi assolto in via definitiva. Secondo il medico legale non risultano esserci tracce di dna dell’imputato sui jeans della vittima, peraltro piegati e sistemati in una busta non sigillata.

Cosimo Semeraro, Mimmo CapelloneSull'elemento scientifico ha insistito anche l'avvocato Massari , sostenendo anche l’assoluta mancanza di movente, dal momento che non sono stati provati rapporti tra la vittima e Chirico, rapporti che secondo l’accusa sono da cercare in affari per droga.

Nicola Chirico, quindi, torna ad essere un uomo libero. Resta imputato per la rapina ai coniugi Scialpi avvenuta il 29 aprile 2012, assieme al cugino omonimo, di un anno più giovane. Furono entrambi incastrati dal profilo del Dna considerato una firma: venne ricavato da tracce di sudore sull’air bag dell’auto usata e poi abbandonata dopo la rapina, una Volvo. Quel profilo era nella disponibilità dei carabinieri perché raccolto durante il periodo delle perquisizioni svolte all’indomani dell’attentato davanti alla scuola Morvillo.

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