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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Impronte digitali poco chiare”: l’indagato ottiene i domiciliari

Alessandro Zanzarella, arrestato con l'accusa di furto in un attico, è stato interrogato oggi dal gip: si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'avvocato Daniela d'Amuri: "Prova dubbia, sono stati trovati frammenti riconducibili a tre persone"

BRINDISI – Di fronte all’accusa di aver svaligiato un attico in via Verona, rione Santa Chiara,  Alessandro Zanzarella, brindisino, 38 anni, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio di garanzia. Ma ha ottenuto i domiciliari.

L'indagato (nella foto) è rimasto in silenzio questa mattina davanti azanzarella alessandro-3l giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Paola Liaci, a distanza di due giorni dall’arresto eseguito dagli agenti della sezione Volanti, diretti dal vice questore Alberto D’Alessandro, su ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pubblico ministero Emanuela Pellerino.

Per l’accusa, grave indizio di colpevolezza è il frammento di un’impronta digitale trovata dagli agenti della Scientifica sulla finestra del bagno principale dell’attico: è riferibile a Zanzarella, già schedato per via dei precedenti, tra i quali il tragico assalto alla stazione di servizio sulla superstrada Brindisi-Lecce, all’altezza di Trepuzzi, avvenuto il 24 gennaio 2007. Nella fuga uno dei componenti del gruppo venne raggiunto da un colpo di pistola e morì sul colpo, nell’auto alla cui guida c’era Zanzarella.

In relazione all’accusa mossa per il furto nell’appartamento,  difensore dell’indagato, Daniela d’Amuri, questa mattina ha chiesto al gip e ha ottenuto il trasferimento dal carcere ai domiciliari sostenendo che le esigenze cautelari, in tale circostanza, sono da ritenersi attenuate perché il colpo contestato nell’ordinanza di custodia cautelare risale al 5 luglio dello scorso anno e che lo stesso Zanzarella, nel frattempo, è ai domiciliari per un cumulo di pene. Il gip ha condiviso e ha disposto il trasferimento nell’abitazione.

La penalista ha già anticipato che non intende ricorrere al Tribunale del Riesame e sta valutando la possibilità di chiedere una perizia sul frammento dell’impronta digitale trovato dagli agenti della Scientifica sulla finestra del bagno dell’appartamento perché nel provvedimento di arresto si fa riferimento ad altri frammenti che sono riferibili a impronte appartenenti a tre persone differenti. Ma sull’identità non ci sarebbe stata alcun approfondimento, aspetto che invece a giudizio del difensore avrebbe dovuto essere esaminato.

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