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Cronaca

Assenteisti al Comune di Brindisi, vuole patteggiare l'uomo delle "fritte"

Carlo Larocca, dipendente del Centro anziani e titolare della friggitoria Romanelli, pronto a dimettersi dopo l'arresto per truffa e la confessione. Per il collega dei Servizi sociali, Luigi Antonino, la difesa ottiene la riduzione a sei mesi della sospensione dal lavoro: processo ordinario per lui e per i tre rimasti a piede libero

BRINDISI – La confessione con annesse scuse per essersi assentato dal posto di lavoro, al Centro anziani del Comune di Brindisi, e raggiungere la sua pizzeria, apre la strada del patteggiamento per Carlo Larocca, accusato di truffa e falso in relazione alle presenze “fittizie” in ufficio risultate dal cartellino: ha deciso di rassegnare le dimissioni ora che le indagini sono concluse e la Procura è a un passo dal chiedere il processo.

Il sostituto procuratore Valeria Farina ValaoriLa lettera era pronta per essere consegnata a Palazzo di città, già dopo l’arresto, ai domiciliari, ottenuto il 29 luglio scorso dal pubblico ministero Valeria Farina Valaori, sulla base dei risultati degli accertamenti delegati ai finanzieri del Gruppo Brindisi che hanno seguito Larocca per un anno mezzo nel Leccese, a Bari, in provincia di Foggia e Taranto, dove si è recato per alcune commissioni, la maggior parte delle quali in centri commerciali, legate alla friggitoria Romanelli molta nota in città.

Ma a destinazione non è mai arrivata. Quella missiva è stata firmata nei giorni scorsi da Larocca e sarà recapitata nelle prossime ore, per poi essere allegata all’istanza di applicazione della pena che il difensore dell’indagato, Ladislao  Massari, intende chiedere tenuto conto dell’ammissione di responsabilità in occasione dell’interrogatorio di garanzia, durante il quale l’indagato ha escluso il coinvolgimento dei colleghi.

L’obiettivo del penalista è chiudere il conto con la giustizia al di sotto dei due anni, con il riconoscimento della pena sospesa e la restituzione della somma contestata dalla Procura in relazione agli stipendi percepiti in maniera indebita viste le assenze. Gli stipendi percepiti indebitamente sono pari a 21.646,98 euro e per questo il gip ha disposto il sequestro preventivo della somma “da reperire eventualmente sui conti correnti bancari di cui è intestatari”. I finanzieri non hanno trovato nulla e per questo è stata sequestra l’auto, una Bmw, intestata a Larocca, la stessa usata per gli spostamenti.

Per il pm e per il gip le sue assenze dal lavoro sono state sistematiche, con la conseguenza che “in ufficio non ha trascorso più di un’ora al giorno a fronte delle sei previste e dei rientri pomeridiani”. In alcuni casi è stato accertato che restava al centro anziani per non più di cinque minuti di orologio.

Al momento, risulta ancora in essere l’aspettativa che Carlo Larocca ha ottenuto dall’11 maggio scorso, fino al prossimo mese di novembre, senza stipendio. Risulta, inoltre, essere stata adottata una sanzione disciplinare pari a cinque giorni di sospensione con decurtazione della somma e resta la misura interdittiva ossia di sospensione dal lavoro per la durata di un anno, con conseguente decurtazione dello stipendio, applicata al gip in sostituzione degli arresti domiciliari.

finanza al comune palazzo di città-2Rischiano il processo anche gli altri dipendenti del Centro anziani: Luigi Antonino, difeso dall’avvocato Luca Leoci, destinatario anche lui dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari con l’accusa di aver timbrato per conto dell’altro 233 volte nell’arco del periodo monitorato, iniziato il primo gennaio 2015 e concluso il 20 aprile 2016; Antonio Caforio e Angelo Scalia, difesi dall’avvocato Mauro Masiello, rimasti indagati a piede libero. Il primo, secondo il pm, avrebbe smarcato le presenze di Larocca usando il suo badge 12 volte, mentre l’altro lo avrebbe fatto quattro volte.

Il difensore di Antonino ha ottenuto una riduzione della misura interdittiva di un anno: il Riesame ha accolto parzialmente le motivazioni alla base del ricorso discusso dall’avvocato Leoci e ha limitato la sospensione a sei mesi (le motivazioni devono essere ancora notificate). La difesa è pronta ad affrontare il processo ordinario, così come lo è l’avvocato Masiello per gli altri due.

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