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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Pistola in vendita su whatsapp: scoperti foto e messaggi

Il retroscena inquietante emerge dall’inchiesta sulle ultime rapine a Brindisi, dopo gli arresti di Antonio Mangiulli, Roberto Nigro, Emilio Valenti e Teodoro Valenti

BRINDISI – “Sta vendendo la pistola, sai se qualcuno se la vuole prendere?”: lui e lei, fidanzati, cercavano l’acquirente dell’arma e scrivevano su whatsapp. Nella chat a cui partecipavano alcuni amici hanno scritto il testo e hanno allegato la foto, probabilmente per dimostrare che la ricerca fosse reale.

rapina ta tabaccheria via Tevere,l'arresto dei rapinatori-2

Il retroscena dell’arma e della vendita sulle chat di Whatsapp emerge dall’ultima inchiesta sui colpi messi a segno nel Compro oro di via Sicilia, nella tabaccheria di via Tevere, rione Perrino, e nella gioielleria in corso Garibaldi (questi ultimi nello stesso pomeriggio) e in una ricevitoria di San Vito dei Normanni.  In quattro sono in carcere e dopo essere stati intercettati, non solo mentre parlavano al telefono, ma anche quando si scambiavano messaggi usando whatsapp, hanno preferito restare in silenzio.

Le accuse sono state mosse nei confronti di Antonio Mangiulli, Roberto Nigro, Emilio Valenti e Teodoro Valenti (nipote e zio). Gli indagati hanno scelto tutti di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip, ma quel che emerge dalla lettura dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri mette i brividi. Fa paura perché tra ragazzi inseriti nella chat, ci sono giovanissimi, non arrivano a vent’anni e parlano di armi, si attivano per la compravendita, discutono di prezzi.

gioielleria fischetto corso garibaldi-2

Il messaggio che attiene alla vendita dell’arma è finito agli atti dell’inchiesta, dopo essere stato “recuperato” da uno dei telefonini in uso agli indagati. La lettura del contenuto è stato possibile essendo stata disposta una perizia. A scrivere è un parente di uno degli arrestati che si rivolge alla sua fidanzata e lei, a sua volta, invia messaggio e foto ad altri. Volevano effettivamente metterla sul mercato, ma serviva qualcuno di cui potersi fidare, che non parlasse troppo, perché correvano il concreto rischio di essere intercettati se non arrestati a stretto giro. Rischio diventato reale con i recenti arresti per alcune delle rapine consumate e tentate a Brindisi.

Quel testo nel giro delle chat finisce sotto gli occhi di uno dei quattro sarà arrestato perché ritenuto uno degli autori delle rapine e sarà quest’ultimo a “redarguire duramente la ragazza, vietandole di inviare in futuro simili messaggi”: “passo i guai”, scrive. E ancora: “Pi messaggi cussini quattro e mesi misi pigghio, so piccato no”.

Conferenza rapina tabaccheria via Tevere-2

Le indagini, affidate ai carabinieri del comando provinciale di Brindisi, proseguono su due binari: da un lato, individuare i complici dei quattro, non essendo escluso che gli attuali indagati abbiano potuto contare sull’aiuto di qualche parente o amico; dall’altro, rintracciare armi che potrebbe essere state nella disponibilità del gruppo.

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