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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il Riesame conferma: “Il dna è quello dei rapinatori”

Restano in carcere i brindisini Alfonso Polito, Vincenzo Trono e Francesco Franchin arrestati a fine febbraio: sono accusati di aver messo a segno cinque colpi in un anno. Rigettati i ricorsi dei difensori. Il profilo genetico ricavato da un passamontagna, un cacciavite e un guanto. I tre con Antonio Grassi sono anche ritenuti affiliati alla Scu in un'altra inchiesta

BRINDISI – La strada del ricorso al Riesame non ha portato al risultato sperato per i brindisini accusati di aver messo a segno cinque rapine in un anno: restano in carcere Alfonso Polito, Vincenzo Trono e Francesco Franchin arrestati a fine febbraio, incastrati dal dna ricavato da cacciaviti, passamontagna e guanti trovati dai carabinieri in un’auto abbandonata dopo uno dei colpi.

Il tribunale e la procura di LecceIl Tribunale ha respinto le istanze discusse dai difensori degli indagati, Laura Beltrami e Cinzia Cavallo, rinviando a 45 giorni il deposito delle motivazioni. Solo dopo aver letto le ragioni poste a fondamento della pronuncia dei giudici, le penaliste potranno decidere se procedere ulteriormente ricorrendo in Cassazione.

Secondo gli avvocati la prova scientifica che per la Procura e per il gip che ha firmato l’ordinanza di arresto è un indizio di colpevolezza grave e granitico, non sarebbe tale perché il dna non sarebbe stato ricavato in maniera rituale, stando anche alle ultime pronunce degli Ermellini.

Antonio Grassi-2Rapine nel Brindisino, il tatuaggio di Grassi-2Fatto sta che, al momento, il profilo del dna continua a tenere in carcere i tre, accusati assieme ad Antonio Grassi (nella foto) per il quale non è stato presentato alcun ricorso essendo diversa la posizione. In quest’ultimo caso, sotto la voce indizi di colpevolezza, c’è il tatuaggio ripreso dalla telecamere del sistema di videosorveglianza di un supermercato preso di mira: lo si vede sul dorso della mano destra, è un elmo romano, ed è lo stesso disegno che si è fatto tatuare proprio sulla mano destra Grassi.

Per  Trono (foto in basso), il dna è stato ricavato da un cacciavite, per Polito (foto in basso) da un guanto e per Franchin (foto più in basso) da un passamontagna, come è scritto nell’informativa conclusiva firmata dal tenente dei carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana, Roberto Rampino, il 7 settembre 2015.

Vincenzo Trono POLITO ALFONSO-3Le rapine al centro delle indagini  sono cinque: ai danni di una tabaccheria situata in via Carducci il 24 febbraio 2014, del supermercato Dok di Mesagne il 9 marzo 2014, del supermercato “Super Brio” di Torchiarolo il 7 marzo 2014, della tabaccheria Leo di San Donaci il 15 aprile 2014, della tabaccheria “Mordi e fuggi” di Mesagne il 3 maggio 2014. Oltre all’accusa di rapina, i quattro rispondono di ricettazione, porto e detenzione illegale di arma da fuoco e lesioni personali aggravate.

Francesco FranchinGli indagati sono sotto inchiesta e rischiano di finire a processo anche con l’accusa di aver fatto parte della Sacra Corona Unita, come ultimi affiliati dell’associazione di stampo mafioso, aderenti all’articolazione mesagnese che, secondo l’impostazione della Dda di Lecce, avrebbe visto in una posizione di primo piano il brindisino Luca Ciampi, arrestato, e al vertice Tobia Parisi, di recente assolto in Appello dall’accusa di tentata estorsione. L’inchiesta ancora in atto è stata chiamata The Beginners.

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