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Giovedì, 30 Marzo 2023
Cronaca

"Estorsione all’avvocato: ti faccio a buchi, dammi tremila euro per la malavita”

Nuovo avviso di conclusione indagini per Dionisio Livera, Antonio Montanaro, Luciano Giglio, Andrea Trinchera e Dario Guadalupi. Secondo il pm il civilista non pagò anche una prestazione sessuale. Il Riesame: "Gli indagati avevano crediti di 10mila euro"

BRINDISI – Rischiano il processo cinque brindisini accusati di estorsione ai danni di un avvocato civilista, dopo la conclusione delle indagini: l’avviso è stato notificato a Dionisio Livera, 38 anni; Antonio Montanaro, 42; Luciano Giglio, 40; Andrea Trinchera, 37, e Dario Guadalupi, 44.

procura di Brindisi-3Tutti e cinque furono arrestati il 6 marzo dello scorso anno e tornarono in libertà dopo la pronuncia del Riesame per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza perché secondo i giudici sarebbero credibili quando sostengono di aver avuto crediti per diecimila euro nei confronti del professionista che conoscevano essendo tifosi del Brindisi Calcio.

Si tratta del secondo avviso di conclusione delle indagini perché lo scorso 4 marzo ce n’era già stato uno, ma la Procura ha ritenuto di dover procedere con un nuovo atto il 18 maggio (in sostituzione del precedente) dopo aver  puntualizzato l’ipotesi di reato contestata separando le posizioni dei cinque all’esito di ulteriori accertamenti e precisando il periodo di tempo di riferimento.

Nella ricostruzione del pubblico ministero Francesco Carluccio, Livera, Montanaro e Giglio si sarebbero presentati nello studio del professionista di Brindisi e avrebbero preteso di riscuotere un credito “non azionabile giuridicamente perché derivante da una causa illecita”, contesto che emerge ora per la prima volta non essendo stato rilevato in passato. In quest’ottica, la somma di denaro sarebbe stata pretesa per conto di una “giovane donna di nazionalità colombiana che aveva offerto prestazioni sessuali all’avvocato, ricevendo in cambio un titolo di credito che una volta portato all’incasso non era stato pagato”.

Il civilista, come peraltro si legge nella denuncia che ha azionato il procedimento penale, avrebbe ricevuto minacce del tipo “ti faccio buchi buchi, mi devi dare i soldi, è grazie a me che sei ancora vivo”. La stessa richiesta sarebbe stata rivolta nei confronti di un collega di studio dell’avvocato perché quest’ultimo aveva riferito ai tre che la persona che cercavano non c’era. I due civilisti avrebbero consegnato 300 euro e i tre si sarebbero impossessati delle chiavi di una Fiat 500 con la minaccia che le avrebbero restituite solo quando l’avvocato avesse pagato la somma di 700 euro.

Livera, Montanaro e Giglio, si sarebbero ripresentati il giorno successivo nello studio legale per riscuotere 300 euro e restituire l’auto. Con l’aggravante di aver commesso il fatto essendo più persone riunite e in un luogo in cui la persona offesa esercitava la propria attività professionale. I due episodi sarebbero avvenuti tra settembre e novembre 2014.

Estorsione contestata anche nei confronti di Dario Guadalupi e Andrea Trinchera, assieme a Dionisio Livera: in concorso tra loro avrebbero costretto l’avvocato a consegnare beni e denaro. In particolare, secondo il pm, Livera avrebbe incontrato il civilista in un parco pubblico con il pretesto di riscuotere un credito che a suo dire aveva Guadalupi: “Siccome tu devi dare dei soldi a lui, adesso li dai a me, muoviti altrimenti di sparo, ti mando in ospedale. Tra dieci minuti mi devi dare la moto”. E si sarebbe preso uno scooter, un Piaggio Beverly. Fatto avvenuto nel mese di gennaio dello scorso anno.

A distanza di 30 giorni, Livera e Guadalupi sarebbero andati nello studio legale: il primo si sarebbe rivolto con atteggiamento minaccioso arrivando a dire “abbiamo risolto, facciamo così, mi dai tremila euro, devi finanziare la malavita”, in tal modo costringendo il professionista a dargli 300 euro come acconto mensile rispetto alla somma. Il 27 febbraio Livera sarebbe tornato dall’avvocato assieme a Trinchera e ad altre due persone non identificate, uno dei quali armato di pistola: uno avrebbe afferrato l’avvocato al collo, l’altro lo bloccava sulla sedia, un altro sbatteva pugni sulla scrivania e un altro ancora si impossessava delle chiavi di una Jeep Grand Cherokee. Prima di andare via, uno del gruppo avrebbe minacciato ulteriormente il professionista: “Caso mai ci fai arrestare, che siamo un esercito, fuori rimane sempre qualcuno che ti viene a trovare, sappiamo dove abiti”.

L’avvocato sarebbe stato costretto a consegnare due assegni bancari tratti sul suo conto corrente e post-datati: uno emesso il 4 marzo 2015 per mille euro e l’altro di pari importo il 20 dello stesso mese. Per la restante parte, pari a 700 euro, sarebbe stata soddisfatta imputando il valore del motociclo che Livera avrebbe preso.

L'avvocato Giuseppe GuastellaGli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti o depositare investigazioni difensive, nonché per chiedere al pubblico ministero di essere sottoposti a interrogatori o rendere dichiarazioni. Le valutazioni spettano ai difensori Giuseppe Guastella (nella foto accanto) per le posizioni di Livera e Giglio, Mauro Masiello per Guadalupi, Luigi De Rosa per Montanaro e Umberto Roberto Marseglia per Trinchera.

I penalisti hanno già ottenuto un punto a sostegno della professione di innocenza dei cinque consegnata in sede di interrogatorio di garanzia, con la pronuncia dei giudici del Riesame: il Tribunale della libertà, infatti, ha annullato l’ordinanza di arresto per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza ritenendo la versione degli indagati “alternativa rispetto a quella dell’avvocato denunciante e altrettanto, se non più, verosimile”. Il collegio ha evidenziato “l’esistenza di rapporti finanzieri tra i diversi protagonisti della vicenda che se anche astrattamente non esclude la configurabilità del delitto ipotizzato, pure richiede un approfondimento dell’origine di tali rapporti e delle concrete modalità con le quali sono state avanzate le richieste di restituzione del denaro”. E’ tutto scritto nelle motivazioni del Riesame.

A suscitare “perplessità è che l’avvocato ha omesso di riferire il pregresso e risalente stretto legame di amicizia originato dalla comune frequentazione dei tifosi della locale squadra di calcio”, si legge. “Non una superficiale e trascurabile conoscenza, ma un rapporto di frequentazione durato 15 anni, tanto da indurre il professionista a ospitare a casa sua Guadalupi per un consistente periodo di tempo”. Non solo. Secondo il Riesame è “poco verosimile la formulazione della richiesta estorsiva in presenza di futuri testimoni” ed è del tutto “infondato l’asserito prossimo stato di latitanza di Livera”.

Quanto alla posizione di Dario Guadalupi, la difesa ha dimostrato che l’imprenditore aveva consegnato all’avvocato diecimila euro perché “oberato da debiti”, facendo un “finanziamento a nome della ditta, ma poi la banca ha bloccato il conto”.

A giudizio del Tribunale del Riesame è possibile ipotizzare altre figure di reato, come l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni usando violenza o minaccia, non l’estorsione. 

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