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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Stabilimenti balneari, cinque a rischio di demolizione e chiusura

Scaduta il 2 maggio l’ordinanza notificata a marzo dal Comune ai titolari di lidi Arena, Arca di Noè, Del Sole, San Benedetto e Sant’Anna: “Opere edilizie non sanabili, necessario ripristinare lo stato dei luoghi”. Anche per quest’estate, ricorsi al Tar con richiesta di sospensiva. Come l’anno scorso

BRINDISI – Cinque stabilimenti balneari su 21 della litoranea di Brindisi rischiano la chiusura se nelle prossime ore non saranno demolite le opere che secondo il Comune erano e sono rimaste abusive: i lidi Arena, Arca di Noè, Del Sole, San Benedetto e Sant’Anna continuano a non essere in regola per “abusi edilizi”, dopo il richiamo dell’Amministrazione, l’ultimo in ordine di tempo arrivato per mano del commissario.

Polizia municipaleI due mesi concessi per il “ripristino dello stato dei luoghi” sono scaduti il 2 maggio, stando a quanto si legge nelle ordinanze di demolizione notificate ai titolari lo scorso 2 marzo. A conti fatti, calendario alla mano, sono trascorsi i 60 giorni che gli uffici Annona hanno riconosciuto per gli adempimenti necessari ad eliminare, quindi, a demolire i manufatti risultati non in regola, per lo più riconducibili a cabine in muratura, bar-ristoranti, pedane, scale e parcheggi. E per i quali sono state respinte le istanze di sanatoria depositate, in momenti differenti, dai titolari degli stabilimenti presso gli uffici Urbanistica.

Da un lato quindi c’è la pronuncia con parere negativo del dirigente del settore Urbanistica-assetto del territorio e dall’altro c’è parere del collega del settore Annona: nel mezzo le opere non in regola che impediscono il rilascio dei titoli necessari all’apertura in vista della stagione estiva. Non è possibile, infatti, il rilascio dell’agibilità per i cinque stabilimenti balneari, non è possibile confermare la licenza che di conseguenza deve essere revocata. E’ un effetto domino, non nuovo in verità se si considera che le contestazioni sono “vecchie” di un anno, dal momento che il Comune ha sollevato censure già dodici mesi fa.

I lidi Arca di Noè e Finanze stamaniEvidentemente nulla è cambiato, stando a quanto emerge dagli ultimi rapporti trasmessi dai vigili urbani ai quali è stata delegata la verifica del rispetto delle ordinanze di demolizione. Quel che c’era, è rimasto. Cabine e altro. Sempre lì. A dispetto del provvedimento con il quale il Comune, gestione commissariale, ha disposto l’eliminazione.

Cosa succede adesso? Vista la situazione, non è possibile fare altro, se  non rispettare l’ordinanza, a meno che non si ritenga di fare ricorso al Tribunale amministrativo regionale, andando a replicare quanto avvenuto alla vigilia dell’estate 2015, quando i giudici della sezione di Lecce si pronunciarono sui ricorsi presentati dagli avvocati in nome e per conto degli stabilimenti balneari, riconoscendo la sospensiva che di fatto portò a congelare gli atti del Comune.

Il provvedimento di natura cautelare permise lo svolgimento della stagione estiva, in attesa della pronuncia nel merito che ancora pende. E’ possibile, quindi, che la strada del contenzioso amministrativo venga ripetuta, con analoga richiesta di sospensiva avverso l’ordinanza di demolizione. E in effetti in questa direzione si è mosso il titolare del lido Sant’Anna: sino ad oggi l’unico ricorso notificato al Comune di Brindisi è quello presentato dagli avvocati della sas “La Cariulo Agostino & C”.

La società ha adito il Tar per ottenere “l’annullamento dell’atto con il quale il dirigente dell’ufficio tecnico ripartizione Urbanistica e assetto del territorio ha respinto la domanda di condono per alcune strutture”, più esattamente “cabine poste a schiera realizzate nello stabilimento balneare.

La sede del Tar di LecceIl provvedimento del Comune è stato adottato l’11 dicembre 2015, ma alla società è stato notificato solo il 15 febbraio scorso . I legali chiedono anche l’annullamento di “ogni altro atto presupposto, connesso o consequenziale”, in primis quello relativo al parere negativo espresso sulla compatibilità ambientale dalla Commissione locale.

Prima di pronunciarsi nel merito, la società ha chiesto la sospensiva sostenendo che quei provvedimenti siano lesivi di interessi concreti e attuali dai quali deriva un danno consequenziale.

Nel frattempo è stato eseguito un primo sequestro che riguarda il Lido del Sole, da parte della Capitaneria di porto: i sigilli sono stati apposti a una “scalinata in cemento armato realizzata direttamente sulla sabbia, per una estensione complessiva di circa 120  metri quadri, una pedana di cemento armato poggiato direttamente sulla spiaggia di 160 metri quadri collegata alla scalinata, un muretto in pietra lungo circa 30 metri sormontato da una ringhiera metallica, oltre d una serie di ulteriori opere edili per un totale di circa 300 metri quadri”.
Si tratta di opere che impediscono “la libera fruizione del mare e della costa da parte di tutti i cittadini” in violazione delle leggi in materia”. Anche in questo caso resta il punto interrogativo legato al contenzioso.

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