rotate-mobile
Cronaca San Donaci

Fattura del gas errata, ma per ottenere il rimborso è stato necessario ricorso al giudice

Aveva stipulato un contratto con una compagnia del gas, ma dopo pochi mesi aveva chiesto e ottenuto la sostituzione del contatore che non funzionava. Ma a lavoro concluso la compagnia gli notificava una fattura ritenuta dall'interessato spropositata, errata e non conforme alla tipologia del contratto

SAN DONACI – Aveva stipulato un contratto con una compagnia del gas, ma dopo pochi mesi aveva chiesto e ottenuto la sostituzione del contatore che non funzionava. Ma a lavoro concluso la compagnia gli notificava una fattura ritenuta dall’interessato spropositata, errata e non conforme alla tipologia del contratto. Alla fine è stato il giudice di pace di San Pietro Vernotico a dirimere la questione, condannando la società citata in giudizio a risarcire il ricorrente, e al pagamento delle spese processuali.

Insomma, un altro caso in cui un cittadino deve ricorrere alla giustizia per affermare i propri diritti di consumatore, al cospetto di fornitori di servizi col fucile spianato se il pagamento di una bolletta è in ritardo, ma fortemente arroccati sulle proprie posizioni quando sono loro a sbagliare, tanto da costringere l’utente a richiedere assistenza legale.

La vicenda in questione comincia quando nell’aprile del 2012 il titolare del contratto di fornitura si accorse che il contatore era difettoso, e ne chiese la sostituzione alla società fornitrice, con la quale aveva un contratto dal 27 novembre 2011. La sostituzione avvenne nel maggio successivo, e poco dopo all’utente recapitata una fattura per un consumo di 923 metri cubi. Importo: 616,66 euro.

Il cittadino poi costretto a ricorrere al giudice di pace contestò subito l’addebito, intanto sottolineando che il periodo preso in considerazione dalla fattura andava dal 28 novembre 2010 al 27 maggio 2012, con l’errore evidente della prima data, visto che l’impianto del gas era stato montato il 9 maggio del 2011 e il contratto era stato stipulato alla fine del novembre 2011. Ma ogni tentativo di ottenere una rettifica è stato vano.

Per conto del suo cliente, l’avvocato Mario Presta allora si è rivolto al giudice di pace Giuseppe Capodieci. Tra i rilievi mossi a carico della società del gas, la mancata illustrazione al cliente dei criteri seguiti nella ricostruzione dei consumi, e la collocazione dei consumi presunti nella fascia compresa tra i 500 ed i 5000 metri cubi, contrariamente a quella prevista nelle stesse fatture, fino a 500 metri cubi. Tuttavia, la società non compariva in udienza , e il giudice di pace ha deciso allo stato degli atti disponibili ritenendoli sufficienti.

La sentenza: nulla è dovuto alla società del gas per la fattura di 616,66 euro; la compagnia deve restituire la somma già versata di 445,32 euro oltre agli interessi legali; la stessa società deve pagare le spese legali per 543 euro oltre al rimborso forfettario del 15 per cento, Iva e Cap, a favore del procuratore anticipatario.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fattura del gas errata, ma per ottenere il rimborso è stato necessario ricorso al giudice

BrindisiReport è in caricamento