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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Rapina al Dok di Bozzano, torna libero uno degli arrestati

Il gip scarcera Francesco Andriola che per il pm sarebbe stato il leader: “Dubbi sul ruolo e sul contributo fornito, come sostenuto dalla difesa”. Accolta l’istanza dell’avvocato Luca Leoci: “Non ci sono prove che fosse nell’auto usata per i colpi”. Restano in carcere Marco De Michele e Gianluca Romano

BRINDISI – Tre giorni in carcere con l’accusa di essere stato il leader, ideatore e organizzatore delle rapine al Dok di Bozzano e nella farmacia di Latiano e oggi è tornato in libertà: Francesco Andriola, 29 anni, brindisino, è stato scarcerato dal gip del Tribunale di Brindisi per mancanza dei gravi indizi in un primo momento ravvisati dallo stesso giudice.

Francesco Andriola-3L’ordinanza di revoca della misura è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari Maurizio Saso, in accoglimento dell’istanza presentata dall’avvocato Luca Leoci, difensore di Andriola, all’indomani dell’interrogatorio di garanzia nel corso del quale l’indagato escluse di essere coinvolto nelle azioni che gli erano state contestate nell’ordinanza di custodia cautelare in concorso con Marco De Michele e Gianluca Romano che, invece, restano ristretti nel carcere di Brindisi. Parlò sia per se stesso per che gli altri due, ammettendo la frequentazione anche assidua perché erano e sono amici. E ammise anche di aver detto al telefono di essere leader, ma precisò che faceva riferimento unicamente a giochi nel periodo di Natale. La trascrizione della conversazioni intercettata è agli atti delle indagini sulle rapine consumate il 27 novembre nel supermercato Dok di viale Belgio, a Brindisi, rione Bozzano, e il successivo 22 dicembre a Latiano, nella farmacia Rigliano di via Pola.

Andriola, quindi, è stato rimesso in libertà questa mattina. Era stato arrestato il 17 maggio scorso agli agenti della Mobile, ma secondo il gip – allo stato degli atti – “non è possibile qualificare come gravi gli indizi di colpevolezza in ordine ai contestati delitti” e questo in perfetta aderenza con le obiezioni sollevate dal penalista, secondo il quale diversi sono i “dubbi, non superabili” in ordine alla partecipazione di Francesco Andriola alle due rapine. “Non è chiaro – scrive il gip – il ruolo, né tanto meno il contributo causale, a differenza degli altri indagati, raggiunti da decisivi indizi di reità”. Oltre a intercettazioni, ci sono le immagini delle telecamere dei due esercizi commerciali e ci sono i vestiti trovati dagli agenti della Mobile e ritenuti uguali a quelli indossati dai rapinatori.

Nell’istanza l’avvocato Leoci ha evidenziato come l’unico elemento sul quale si fonda il convincimento della partecipazione di Andriola è legato solo a quanto è stato ricostruito facendo affidamento al gps  dell’auto, la Clio, usata per le rapine: il satellitare ha permesso di conoscere il percorso dell’utilitaria da Brindisi verso Latiano, per raggiungere via Pola, dove c’è la Farmacia Rigliano, presa di mira, così come quello inverso, con una sosta nei pressi dell’abitazione di Andriola ma questo per il difensore non è sufficiente a stabilire che il brindisino sia stato effettivamente nell’auto. E che, di conseguenza, abbia preso parte alla rapina a Latiano e che sia stato partecipe del colpo al Dok, avvenuto il mese precedente, prima dell’apposizione del gps. Il gip ha condiviso. Il difensore, quindi, ha rinunciato al ricorso al Riesame confidando nello stesso giudice che aveva firmato il provvedimento d’arresto.

Non è escluso il ricorso al Tribunale delle libertà per De Michele e Romano. Entrambi nel corso dell’interrogatorio di garanzia si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

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