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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Stabilimenti balneari con opere abusive, multe da ventimila euro

La prima sanzione amministrativa notificata al titolare del Lido Arca di Noè dopo il sopralluogo dei vigili: “Mancata ottemperanza dell’ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi”. Stessa situazione per San Benedetto, verifiche in altri tre: rischiano la chiusura

BRINDISI – Prima l’ordinanza di demolizione per le opere abusive realizzate negli stabilimenti balneari, adesso la sanzione amministrativa pari a ventimila per i titolari dei lidi rimasti inadempienti: la prima multa è stata notificata a chi gestisce il Lido Arca di Noè, lungo la litoranea di Apani. Il brindisino dovrà pagare la somma “nel termine perentorio di 30 giorni, a titolo di pena pecuniaria” essendo stata accertata la “mancata ottemperanza all’ordine di demolizione e di ripristino dello stato originario dei luoghi” ingiunto il 21 aprile dello scorso anno. Il lido è uno più noti di Brindisi, nato in località “Posticeddu” e ampliato “dopo il 1979” stando agli atti raccolti a Palazzo di città, l’ultimo dei quali è costituto dalla pronuncia del Tar, arrivata il 21 febbraio scorso, con la conferma dell’ordinanza del Comune.

Pattuglia di vigili urbani a Brindisi

I vigili urbani hanno accertato che le opere qualificate come abusive perché mai autorizzate dai funzionari dell’Amministrazione di Brindisi sono rimaste lì alla scadenza dei novanta giorni, termine assegnato per la demolizione, stando alle disposizioni di legge in materia. Il sopralluogo è stato eseguito lo scorso 22 giugno, l’applicazione della multa è stata “espressamente indicata dal commissario prefettizio Santi Giuffrè con delibera assunta con i poteri della Giunta, relativamente a interventi su aree soggette a rischio idrogeologico elevato”.

Nel fascicolo consultabile presso la sede degli uffici della ripartizione Urbanistica, risulta che “già nel 1982 furono contestati 15 “nuovi locali di sei metri quadrati ciascuno da usare come cabine ed erano state già edificate cabine abusive per 80 metri quadrati, in muratura, oltre a un porticato, solo quest’ultimo opera di vecchia realizzazione”. E ancora: “Suoi  luoghi in cui si trova lo stabilimento insiste il vincolo di inedificabilità assoluta, propria dei territori costieri compresi nella fascia di 300 metri dalla linea della battigia e che, in ogni caso, l’intervento risulta tipologicamente e morfologicamente in contrasto con la specifica tutela paesaggistica del sito anche perché le opere sono state realizzate con fondazioni in cemento armato, muratura in conci di tufo e malta comune con copertura in solaio cementizio precompresso armato. Contro la notifica è possibile presentare ricorso al Tar. La somma, nel caso in cui dovesse essere incamerata dall’Amministrazione, confluirà nel capitolo sui danni ambientali e recupero spese di demolizioni abusi edilizi, destinato esclusivamente al ripristino dell’ambiente e alla realizzazione di aree destinate a verde pubblico.

Opere abusive, stando agli accertamenti posti in essere dagli agenti della polizia municipali, sono presenti anche all’interno del Lido San Benedetto, il cui titolare rischia analoga sanzione pecuniaria. Le verifiche sono state estese ad altri tre stabilimenti balneari lungo la litoranea. In tutti e cinque i casi, i titolari nei mesi estivi del 2015 proposero ricorso al Tar di Lecce per chiedere l’annullamento del “provvedimento di diniego dell’agibilità dello stabilimento” nonché del rigetto della domanda di accertamento di conformità delle opere realizzate (la cosiddetta sanatoria)  e della determina con la quale il Comune revocò l’autorizzazione commerciale all’esercizio dell’attività. L’ulteriore conseguenza, infatti, è costituita dalla chiusura del lido dal momento che il ripristino dello stato dei luoghi è condizione necessaria e sufficiente per conseguire il via libera allo svolgimento dell’attività.

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