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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Saltano il test Invalsi, studenti puniti. Uds attacca i dirigenti scolastici

Saltano il test Invalsi, per loro niente gita scolastica e un voto in meno in condotta. Sono le scelte prese, in due istituti scolastici della provincia brindisina, nei confronti degli studenti che, il 12 maggio scorso, hanno deciso di non presentarsi alla prova

BRINDISI - Saltano il test Invalsi, per loro niente gita scolastica e un voto in meno in condotta. È la scelta presa, in due istituti scolastici della provincia brindisina, nei confronti degli studenti che, il 12 maggio scorso, hanno deciso di non presentarsi alla prova. 

Dura nota a riguardo da parte dell’Uds (Unione degli studenti) della Provincia di Brindisi che punta il dito verso i dirigenti scolastici, in particolare verso il preside dell’Istituto tecnico “Majorana” di Brindisi e il collega del liceo ostunese “Calamo-Pepe”. 

Ad agitare gli animi, come anticipato, il comportamento “scorretto”, a detta dei rappresentanti dell’associazione studentesca, tenuto dai dirigenti scolastici dei sopracitati istituti nei riguardi degli studenti che hanno boicottato il tanto criticato test Invalsi, acronimo dall’istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione che ha realizzato i contenuti della prova.

Il test Invalsi, o Prova nazionale, è una verifica scritta che ha l’obiettivo di valutare i livelli di apprendimento degli studenti al terzo anno della scuola secondaria di primo grado. Una prova introdotta, per la prima volta e a scopo puramente statistico, nell’Esame di Stato del 2007/2008, e dal 2009 il test concorre nella valutazione finale dell’esame del primo ciclo d’istruzione, quello per intendersi che si sostiene al termine della scuola media per poter accedere alla scuola superiore.

Il test ha ricevuto e continua a ricevere diverse critiche dal mondo studentesco, che ha in buona parte d’Italia cercato di boicottare il test, ma non solo, tanta l’attenzione mediatica e non sono mancate neppure le interpellanze parlamentari.

Migliaia gli studenti italiani che, il 12 maggio (giorno in cui era previsto il test Invalsi), hanno, chi per un motivo, chi per un altro, deciso di non presentarsi per sostenere la prova e, naturalmente, non sono mancate le risposte, più o meno dure, da parte dei dirigenti scolastici degli istituti di tutta la penisola: dai 13 studenti dell’istituto alberghiero Scappi di Casalecchio, Bologna, sospesi “con obbligo di frequenza” per 6 giorni, agli studenti del Majorana, (istituto brindisino, bisogna ricordare, preso a modello, in Italia e all’estero, per le innovazioni apportate nel campo dell’insegnamento, ndr) che non potranno partecipare alla gita di fine anno, e a quelli dell’Istituto “Calamo-Pepe”, di Ostuni, alle prese con un’assenza ingiustificabile e con, almeno, un punto in meno nella valutazione finale della condotta.

Reazioni differenti, quelle dei dirigenti scolastici , ma, come scrivono i rappresentanti Uds della Provincia di Brindisi, “comunque inaccettabili”.

“Riteniamo scorrette queste decisioni, perché prese senza indagare minimamente sulle motivazioni degli studenti e senza avere un colloquio con questi - scrivono nella nota - è inaccettabile che, dopo una decisione legittima operata dagli studenti, la dirigenza voglia punire illegalmente gli studenti che hanno scelto in maniera consapevole di non svolgere le prove”.

L’unione degli studenti continua: “Non lasceremo soli i ragazzi che hanno deciso di boicottare le prove Invalsi! Chiediamo l’immediato ritiro delle sanzioni! Abbiamo già inviato le vertenze ai presidi delle scuole e all’ufficio scolastico provinciale e regionale, corredate dai messaggi e dalle circolari dei presidi, citando tutti gli articoli che definiscono illegittimo e illegale questo comportamento".

"Riteniamo vergognoso punire gli studenti con la negazione dei viaggi di istruzione, attività realmente formativa,o con l’abbassamento del voto di condotta per aver deciso di boicottare dei testi costosi, nozionistici che appiattiscono le differenze di apprendimento tra gli studenti, spingendo alla competizione tra studenti e tra scuole”.

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