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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Taf Pneumatici, nell’inchiesta spuntano partecipazioni in Cina

Documenti acquisiti negli studi di un avvocato di Brindisi e di un commercialista. La società di Ceglie aveva proposto il concordato preventivo con cessione di beni, opposizione della Procura. Lo scorso settembre disposto il sequestro di 246mila e dell’immobile nella disponibilità della Lft affittuaria del ramo d’azienda

BRINDISI – Partecipazioni nella Repubblica popolare cinese e affitto del ramo d’azienda sarebbero due degli aspetti emersi nella procedura concorsuale seguita dalla società Taf Pneumatici di Ceglie Messapica, oggetto dell’inchiesta aperta dalla Procura di Brindisi già nei mesi scorsi ma da ieri, probabilmente, arrivata a un punto di svolta con le perquisizioni negli studi professionali di un avvocato e di un commercialista. La Procura aveva chiesto il fallimento della società, ammessa invece alla sopravvivenza con adunanza dei creditori.

La Taf Pneumatici il 3 marzo scorso, a incendio concluso

I due professionisti sono indagati nel procedimento penale, in relazione agli incarichi svolti. La titolarità del fascicolo è del procuratore aggiunto Raffaele Casto, al momento a capo dell’ufficio del pubblico ministero a Brindisi: l’avviso di garanzia, infatti, è stato notificato dai militari della Guardia di Finanza contestualmente al decreto di perquisizione, poiché si è necessario raccogliere una serie di documenti ritenuti utili alla prosecuzione delle indagini. Sarebbero state ipotizzate condotte penalmente rilevanti riconducibili a utilità, ottenute o promesse, aspetti sui quali c’è la necessità di mantenere il segreto istruttorio per non compromettere gli accertamenti.

Non è escluso che nei prossimi giorni, ci siano sviluppi. Per ora è evidente che la Procura procede con la massima cautela tenuto conto della complessità della vicenda legata alle condizioni di salute economico-finanziarie della Taf Pneumatici, una delle realtà societarie più note del Brindisino.

La società aveva presentato domanda di ammissione al concordato preventivo, strumento che il legislatore ha disciplinato con riferimento a imprenditori che versano in stato di crisi di liquidità, allo scopo di evitare il fallimento. Nella recente storia della Taf, risulta che il 4 novembre 2016, il Tribunale di Brindisi abbia omologato il concordato, su richiesta del legale rappresentante, nella forma della cessione di beni, con nomina di un commissario giudiziale, il commercialista finito sotto inchiesta, assegnando - come prevede la legge -  un termine di 60 giorni per il deposito della proposta, del piano e dei documenti. Il Commissario giudiziale ha espresso parere motivato circa la fattibilità del piano, ma nel mese di febbraio 2016 il Tribunale ha chiesto chiarimenti rispetto alle immobilizzazioni finanziarie della società e in particolare sulle partecipazioni detenute dalla stessa nella Repubblica Popolare Cinese. E anche con riferimento ad alcuni debiti per 200mila euro. Chiariti questi aspetti, la procedura è stata dichiarata aperta il mese successivo, con convocazione dei creditori e approvazione del piano.

Cosa è successo in seguito?  Lo scorso mese di settembre i militari  del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per 346mila euro e a seguire un ulteriore sequestro che ha riguardato il bene immobile di proprietà della società, ma nella disponibilità della Lft Pneumatici srl, in qualità di affittuaria del ramo d’azienda. Tutto annullato dal Tribunale del Riesame. La Procura di Brindisi si è costituita nel giudizio di omologa proponendo opposizione e chiedendo la dichiarazione di fallimento della società Taf Pneumatici srl. Nel frattempo è stato necessario disporre perquisizioni negli studi professionali.

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