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Cronaca

La dedica al duce resterà? Fontana dell'Impero, restauro "indolore"

Il commissario straordinario Santi Giuffrè, con i poteri della giunta comunale, ha indetto una gara con base d’asta di 101.605,24 euro per il monumento che sovrasta piazzale Lenio Flacco. Scritta inclusa

BRINDISI – In un mese di dicembre segnato a livello nazionale anche dal dibattito-scontro sulla ricomparsa di episodi di marca chiaramente fascista (malgrado le minimizzazioni di qualche parte politica e le letture assolutorie del fenomeno da parte di alcuni giornali), dalla riorganizzazioni dei movimenti estrema destra a livello europeo,  e dalle più recenti vicende legate al ritorno in patria delle salme di Vittorio Emanuele III e della moglie, anche Brindisi rischia di entrare volente o nolente in questo contesto di polemiche.

Come? Il commissario straordinario Santi Giuffrè, con i poteri della giunta comunale, ha indetto una gara con base d’asta di 101.605,24 euro per il restauro della Fontana dell’Impero che sovrasta piazzale Lenio Flacco, e troneggia al centro del sistema di scalinate che dal porto conduce a piazza Santa Teresa. La fontana, realizzata nel 1940 per volere della Provincia, su uno sfondo di lastre di marmo verde delle Alpi porta ancora la scritta “Anno Domini MCMXL/ XVIII ab Italia per fasces renovata Victorio Emmanuele rege et imperatore Benito Mussolini dvce Provincia f. f. (che sta per feliciter fecit)”.

Il restauro, da quanto si deduce dalla delibera, non prevede la rimozione della scritta, ma sottolinea l’esigenza a Brindisi di garantire interventi di tutela per i propri beni monumentali. La Fontana dell’Impero lo è, quanto lo sono altre opere del Ventennio come intere città (Sabaudia, Latina ex Littoria, eccetera), il Foro Italico, l’Eur. Il punto è, da sempre, se vanno conservati anche i simboli di quell’era, come le dediche a Mussolini e allo stesso Vittorio Emanuele III che non impedì la marcia su Roma, incaricò il futuro dittatore della costituzione di un governo, non impedì l’entrata in guerra dell’Italia e firmò le leggi razziali.

Atteso che di statue dedicate al duce in Italia non ce ne sono più, che ne facciamo delle scritte come quella che campeggia per l’intera lunghezza della Fontana dell’Impero? Ce la teniamo, o con questo restauro è la volta buona per rimuoverla? La storia non si cancella? Si può rispondere che però è la storia a cancellare alcune cose. Non si possono dimenticare le decine di migliaia di fanti, bersaglieri e alpini imbarcati a Brindisi per andare a spezzare le reni alla Grecia dal regime fascista e morti nel fango e nella neve dei monti tra Albania ed Epiro, o in mare, con le navi silurate dai sommergibili inglesi. Non si possono dimenticare i morti nei bombardamenti. Ma la causa di tutto questo, si può passare all’oblio?

Forse il commissario straordinario avrebbe dovuto porre la questione alle rappresentanze della società civile e della cultura di questa città, oltre che sottoporre il progetto alla “Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia e al parere propedeutico della competente Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto”. Per tornare alle questioni tecniche, e chiudere l’articolo, va detto che il dirigente incaricato del procedimento è l’architetto Maurizio Marinazzo, e che in precedenza della Fontana dell’Impero si era occupata Brindisi Multiservizi per alcuni interventi urgenti. Se qualcuno ha qualcosa dire, l’occasione c’è. 

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