“A Brindisi 60 chili di droga al mese dalla Turchia”
L'inchiesta della Dda svela traffici anche con l'Albania: ruolo di promotori dell'associazione contestato a Cosimo Lavino e Walter Ferrero, il quale avrebbe avuto contatti anche con un colombiano, residente nel rione Santa Chiara, per la cocaina ritirata a Milano
BRINDISI – Venti chili di droga sono certamente arrivati a Brindisi, visto il carico scoperto dai finanzieri il 25 luglio 2013 con conseguente arresto in flagranza di Walter Ferrero, 67 anni, residente nel capoluogo. Altri sarebbero sbarcati, atterrati o comunque consegnati in città tramite canali attivati su più fronti: dalla Turchia, dall’Albania e dalla Colombia, stando all’inchiesta della Dda di Lecce nella quale sono indagati 22 brindisini, rimasti a piede libero in attesa della richiesta di processo.
Quanti chili di droga? “Ingenti”, si legge negli avvisi di conclusione firmati dal sostituto procuratore Alessio Coccioli (nellan foto accanto), sulla base degli accertamenti posti in essere dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, secondo i quali nel mercato di Brindisi sarebbero stati immessi sino a “60 chilogrammi al mese di sostanze stupefacenti”, più esattamente “venti chili a viaggio” nel periodo di tempo compreso tra maggio e settembre 2013, “provenienti dalla Turchia”. Soprattutto marjuana e hashish, droga che arrivava anche dal canale albanese, nello stesso lasso temporale.
I collegamenti con la Turchia, sarebbero stati tenuti da Hizir Civelek, Carmelo Cristallini, Giovanni Flores e Feh Ozturk, assieme ad altri “tali Ismair e Kadir non meglio identificati”. Lo spaccio sarebbe stato delegato ad Antonio Baldassarre e Salvatore Lippi. Da intercettazioni ambientali, in auto, una utilitaria usata in quel periodo, emerge che Civelek e Flores avrebbero ceduto tre chili di droga a un gruppo di persone nel mese di maggio 2013 e che avrebbero acquistato “40 chili di fumo, al prezzo di un euro e 60 al grammo”, da altra gente che, al momento, resta sconosciuta.
Secondo l’accusa, ci sarebbe stata un’associazione finalizzata al traffico di droga parella a quella che avrebbe dovuto occuparsi del contrabbando di sigarette, scoperta partendo dal naufragio del 18 marzo 2013, nel quale morì il geometra di Brindisi Vittorio Danese, che avrebbe dovuto svolgere il ruolo di scafista di tle.
In quel sodalizio, il ruolo di “promotore” sarebbe stato di fatto rivestito dai brindisini Walter Ferrero, arrestato il 25 luglio 2013 in localista Speziale di Fasano con circa venti chili di droga, e da Cosimo Lavino, in passato arrestato per contrabbando e poi finito sotto processo. Stesso ruolo di primo piano è stato contestato ai fasanesi Antonio Natola e Francesco Calamo. Una volta ottenute le forniture, la sostanza stupefacente sarebbe stata distribuita all’interno del gruppo del quale avrebbero fatto parte: Antonio Baldassarre, Stefano Balestra, Francesco Calamo, Angelo Catapano, Cosimo Contestabile, Carlo Di Palmo, Daniele Di Palmo, Nicola Giuliano, Franco Benedetto Russo e Domenico Saponaro.
Nell’inchiesta, inoltre, emerge un filo diretto che avrebbe unito Ferrero al colombiano Alexander Adolfo Rivera Gutierez, residente da diverso tempo a Brindisi, nel rione Santa Chiara. Sarebbe stato questi a ritirare il “26 maggio 2013, a Milano, da suoi connazionali non meglio identificati, un campione di sostanza stupefacente del tipo, verosimilmente, cocaina, poi consegnata il 30 maggio successivo al brindisino Ferrero per farlo testare al fine di poter attuare un traffico di droga, inizialmente dell’ordine di due-tre chili a viaggio”.
Gli indagati hanno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o presentare memorie difensive. Per la Dda di Lecce la notifica degli avvisi di conclusione delle indagini è un passo in direzione della richiesta di processo.