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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

A letto con le "bionde": arresto e rilascio

BRINDISI - Nella sua abitazione di Brindisi nascondeva oltre 71 stecche di sigarette di contrabbando, per un totale di 725 pacchetti. Per questo un uomo di 66 anni, Filippo Dario, è stato arrestato, posto ai domiciliari, e poi subito scarcerato su disposizione del pm di turno, Milto De Nozza. I carabinieri hanno perquisito il suo appartamento, al rione Commenda, e hanno rinvenuto le bionde in alcuni vani ricavati nel soggiorno e in camera da letto.

BRINDISI - Nella sua abitazione di Brindisi nascondeva oltre 71 stecche di sigarette di contrabbando, per un totale di 725 pacchetti. Per questo un uomo di 66 anni, Filippo Dario, è stato arrestato, posto ai domiciliari, e poi subito scarcerato su disposizione del pm di turno, Milto De Nozza. I carabinieri hanno perquisito il suo appartamento, al rione Commenda, e hanno rinvenuto le bionde in alcuni vani ricavati nel soggiorno e in camera da letto.

Una parte dei tabacchi lavorati esteri, dal peso complessivo di 14 chilogrammi, è di provenienza cinese. Dario, assistito dall’avvocato Antonio Maurino, è ora indagato a piede libero per contrabbando. Si tratta di un personaggio noto alle forze dell’ordine perché coinvolto in una inchiesta su un’associazione dedita al contrabbando tutta brindisina che avrebbe agito, pur essendo ormai trascorsi i tempi di Marlboro City, nello stesso settore con cui si facevano un tempo gli affari.

Cambiava il metodo: le bionde, difatti, venivano acquistate secondo l’accusa, sostenuta dal pm della Dda di Lecce, Lino Giorgio Bruno, prima e Alberto Santacatterina poi, dai duty free delle navi in transito nelle acque extraterritoriali. Escluso a priori che si potesse ancora attraversare l’Adriatico con gli scafi e sbarcare a Brindisi senza finire in un mare di guai, il gruppetto si era organizzato facendo in modo che i viaggi via mare fossero molto più brevi, quindi a bordo di imbarcazioni che non davano nell’occhio.

Numerosi sono stati i sequestri eseguiti dalle forze dell’ordine. Tutti riscontri “in flagranza di reato” che non hanno comportato l’arresto dei responsabili ma che hanno arricchito il fascicolo d’inchiesta del magistrato. I fatti risalgono al 2006, il processo è ancora in corso. La sentenza è prevista per il prossimo anno, nel frattempo più di qualche reato contestato par’essersi prescritto.

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