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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

A Manduria il duro lavoro dei volontari e dei medici: due per 1300 persone

MANDURIA - Hanno chiesto protezione internazionale appellandosi alla convenzione di New York relativa alle vittime di persecuzioni. Sono ottanta circa fino ad oggi gli immigrati ospitati nella tendopoli di Manduria che hanno avviato la procedura per il riconoscimento del nuovo status, gente in fuga da fame e indigenza, che chiede un posto nel mondo e che promette di non scavalcare l’esile recinzione che separa la tendopoli dalla vita, quella vera. Mentre le ronde improvvisate continuano a presidiare la zona nel campo si sparge la voce che nei giorni scorsi tra gli immigrati della tendopoli ne sono stati arrestati tre per reati commessi nel Nord Italia durante un precedente soggiorno sul territorio nazionale. Dall’ufficio immigrazione della questura di Torino, nel frattempo, giunge la notizia del blocco di 22 tunisini arrivati questa mattina alla stazione di Porta Nuova del capoluogo piemontese con un treno proveniente da Lecce.

MANDURIA - Hanno chiesto protezione internazionale appellandosi alla convenzione di New York relativa alle vittime di persecuzioni. Sono ottanta circa fino ad oggi gli immigrati ospitati nella tendopoli di Manduria che hanno avviato la procedura per il riconoscimento del nuovo status, gente in fuga da fame e indigenza, che chiede un posto nel mondo e che promette di non scavalcare l’esile recinzione che separa la tendopoli dalla vita, quella vera. Mentre le ronde improvvisate continuano a presidiare la zona nel campo si sparge la voce che nei giorni scorsi tra gli immigrati della tendopoli ne sono stati arrestati tre per reati commessi nel Nord Italia durante un precedente soggiorno sul territorio nazionale. Dall’ufficio immigrazione della questura di Torino, nel frattempo, giunge la notizia del blocco di 22 tunisini arrivati questa mattina alla stazione di Porta Nuova del capoluogo piemontese con un treno proveniente da Lecce.

Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano aveva avvertito: “Chi scappa sarà rimpatriato”. E’ il destino che tocca ai 22 migranti bloccati a Torino, la maggior parte dei quali ha detto di essere diretta in Francia. Episodi che non autorizzano generalizzazioni. Nella tendopoli di Manduria gli operatori procedono lentamente alle identificazioni dei migranti, solo dopo si potrà procedere ai distinguo del caso, decidendo per l’accoglienza delle richieste di protezione, le richieste di asilo politico e gli eventuali respingimenti in patria. Parallelamente proseguono gli accertamenti a livello sanitario, affidati a due medici e due infermieri che dovranno controllare complessivamente circa 1300 immigrati. Uno sforzo gigantesco, come quello degli ottanta operatori dei consorzi Connecting People e dei due consorzi territoriali di Taranto e Brindisi, che hanno voluto ringraziare “tutti coloro che a vario titolo hanno reso possibile una risposta operativa e umanitaria in così poco tempo”.

“Stiamo lavorando ininterrottamente da venerdì notte, quando in poche ore è stato allestito un campo in grado di accogliere i primi 550 tunisini arrivati da Lampedusa”, hanno scritto i responsabili, “Siamo convinti che l'accoglienza sia un dovere da parte nostra e ci siamo attrezzati in tempi record per assicurare le condizioni di vita migliori ai nuovi ospiti. In questo momento nel campo sono impegnate più di ottanta persone tra operatori addetti all’accoglienza, infermieri, mediatori, interpreti madrelingua arabi, psicologi, assistenti sociali, medici, avvocati, amministrativi e dirigenti provenienti tanto dalla provincia di Taranto quanto dalla provincia di Brindisi”.

I consorzi coinvolti nella gestione premono sull’acceleratore dell’accoglienza, e inviano un messaggio nella bottiglia alle istituzioni: “Tutto ciò che è stato realizzato è stato reso possibile dalla preziosa esperienza accumulata nel corso degli anni nella gestione di centri similari e non ultimo alla comprensione e fattiva collaborazione dei territori interessati dall’azione di accoglienza, istituzioni incluse”.

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