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Cronaca Ostuni

A settembre il summit. Tre mesi dopo spunta la droga: due arresti

OSTUNI - Avevano studiato un piano per non dare nell’occhio ma la polizia ce l’avevano da un bel pezzo alle costole. Così, nella serata di sabato scorso, il passaggio di consegne di un ingente quantitativo di hashish non è passato inosservato. E per due pregiudicati ostunesi, sono scattate le manette. In carcere, con l’accusa di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti sono finiti Cosimo Pinto (47 anni) e Gianni Trizzi (21 anni). Nel corso del blitz, gli agenti del commissariato di pubblica sicurezza della Città bianca hanno sottoposto a sequestro oltre mezzo chilo di droga e banconote per circa 7000 euro, presunto provento dello smercio del “fumo”.

OSTUNI - Avevano studiato un piano per non dare nell’occhio ma la polizia ce l’avevano da un bel pezzo alle costole. Così, nella serata di sabato scorso, il passaggio di consegne di un ingente quantitativo di hashish non è passato inosservato. E per due pregiudicati ostunesi, sono scattate le manette. In carcere, con l’accusa di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti sono finiti Cosimo Pinto (47 anni) e Gianni Trizzi (21 anni). Nel corso del blitz, gli agenti del commissariato di pubblica sicurezza della Città bianca hanno sottoposto a sequestro oltre mezzo chilo di droga e banconote per circa 7000 euro, presunto provento dello smercio del “fumo”.

Quando i poliziotti, coordinati dal Dirigente Francesco Angiuli, sono entrati in azione, Pinto aveva appena ricevuto dal ventunenne una busta, contente circa 3000 euro. Uno scambio rapido, che da lì a pochi secondi avrebbe consentito a Trizzi di entrare in possesso dei panetti di hashish. Seguendo le direttive di Pinto, il giovane avrebbe dovuto semplicemente posare lo sguardo su una vecchia cinquecento (parcheggiata in via De Gasperi, alla periferia della città) e chinarsi, per raccogliere la droga, avvolta nel cellophan e nascosta sotto le ruote anteriori dell’auto, lì dove il quarantasettenne poco prima l’aveva sistemata. Le successive perquisizioni hanno consentito di sequestrare altro denaro (per oltre 4000 euro), nonché un distintivo taroccato dei carabinieri, che Pinto custodiva illecitamente nel suo portafogli.

Il tutto sarebbe avvenuto sotto lo sguardo degli agenti, che da tempo tenevano sotto controllo Pinto, ex contrabbandiere, ritenuto oggi un personaggio di spicco, a livello locale, nell’ambito della criminalità dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. Pedinato dal pomeriggio, Pinto aveva raggiunto viale Aldo Moro e parcheggiato la sua auto, una Renault Clio, per poi spingersi a piedi, stringendo una busta tra le mani, sino all’attigua via De Gasperi. I poliziotti lo hanno pizzicato mentre provvedeva a nascondere la droga sotto l’utilitaria di colore rosso, facilmente individuabile da Trizzi nel momento in cui si fosse recato a recuperare il “fumo”.

Sull’ex contrabbandiere ostunese le attenzioni delle forze dell’ordine si sono concentrate soprattutto a margine del blitz che il 17 settembre scorso portò all’arresto di Luigi Orlando, 44 anni, anch’egli già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali nel ramo del contrabbando. In quella circostanza Orlando fu beccato con 10 grammi di cocaina addosso. In quella stessa circostanza anche Pinto fu perquisito e denunciato perché trovato in possesso di una modica quantità di hashish.

Entrambi, sostengono gli investigatori, avevano partecipato quella sera ad una sorta di summit della malavita, tenutosi in un ristorante di Piazza della Libertà ed al quale avevano preso parte anche personaggi espressione della criminalità del sud barese e del brindisino, interessati alla gestione della droga.  Seguendo quel filone, e mettendo a punto una specifica attività di indagine, gli inquirenti sono giunti a fare luce sul ruolo di Pinto. Non nuovo alle forze dell’ordine neppure Trizzi, già finito in carcere nel gennaio scorso, perché trovato in possesso in quella circostanza di 5 grammi di hashish. Le indagini, intanto, non sono concluse. E l’attività investigativa, tuttora in corso, potrebbe portare a breve anche ulteriori sviluppi. Al termine delle procedure di rito, Pinto (assistito dall'avvocato Antonello Anglani) e Trizzi (difeso dall'avvocato Mario Laveneziana), sono stati associati presso la casa circondariale di Brindisi,  a disposizione del pubblico ministero di turno, Luca Buccheri.

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