“A sparare erano in due su uno scooter”. E spunta un testimone
Cosimo Iurlaro e Giuseppe Caputo ascoltati in ospedale come persone informate sui fatti dopo essere rimasti feriti in via Cellini. Investigatori sulle tracce dell'automobilista che ha soccorso l'elettricista accompagnandolo in ospedale. Chiesti i tabulati telefonici per ricostruire gli ultimi contatti
BRINDISI – “Hanno sparato da uno scooter, c’erano due persone con il casco, poi non si è capito più niente, ci siamo messi a correre”.
Hanno risposto alle domande dei carabinieri i due brindisini rimasti feriti nella sparatoria avvenuta lunedì scorso (30 maggio) in via Benvenuto Cellini, rione Sant’Elia: Cosimo Iurlaro, 45 anni, elettricista, raggiunto da un proiettile all'arteria femorale, e Giuseppe Caputo, 58, macellaio, non sono indagati, sono stati sentiti in qualità di persone informate sui fatti e avrebbe riferito quel poco che sostengono di ricordare sul pomeriggio dal sapore estivo che ha rischiato di finire in tragedia.
Erano quasi le 16 e stando a una prima ricostruzione dei fatti, basata per lo più sulle dichiarazioni dei due feriti che restano ricoverati nell’ospedale Perrino, l’incontro fra i due sarebbe stato deciso all’ultimo minuto. Non ci sarebbe stato cioè un appuntamento preso con largo anticipo, ma una telefonata poco prima dell’orario in cui si è scatenato il fuoco di cui nessuno della zona si è reso conto.
Non ci sono stati testimoni tra i residenti del condominio di via Cellini, nessuno ha visto e sentito niente, di conseguenza procedono senza alcun tipo di collaborazione le indagini dei carabinieri del Reparto operativo coordinati dal tenente colonnello Alessandro Colella e dai colleghi della compagnia di Brindisi e del Norm, diretti rispettivamente dal capitano Luca Morrone e dal tenente Luca Colombari.
I due feriti avrebbero riferito di essere stati raggiunti dal fuoco mentre percorrevano a piedi la strada che costeggia il complesso. Nelle vicinanza di una Opel Antara sono stati trovati quattro bossoli di una pistola semiautomatica 7,65: tre di fronte al portone di ingresso del palazzo e uno poco distante vano posteriore dell’auto.
Sono stati attimi terribili che saranno sembrati un’eternità: Iurlaro si sarebbe girato per capire cosa stava succedendo e avrebbe visto due persone su uno scooter e una pistola che spuntava dal passeggero. Avrebbe iniziato a correre subito dopo aver visto Caputo rimasto ferito, ha tentato la fuga per sottrarsi alla traiettoria dei proiettili che lo hanno raggiunto all’arteria femorale e ha iniziato a perdere molto sangue. Iurlaro si sarebbe accasciato sull’asfalto e sarebbe stato soccorso da un automobilista di passaggio che lo avrebbe fatto salire per accompagnarlo in ospedale. Ma al Pronto soccorso ci sarebbe arrivato a piedi. Mentre Caputo è stato portato dal 118.
L’automobilista potrebbe essere un testimone importante visto che si è trovato a percorrere quella strada poco dopo la sparatoria, potrebbe cioè aver visto lo scooter e ricordare qualcosa in più. Ecco perché i carabinieri sono sulle sue tracce.
Elementi utili potrebbero arrivare anche dalla lettura dei tabulati telefonici per i quali è stata disposta l’acquisizione: in tal modo è possibile ricostruire i contatti tra i due feriti e tra questi ed altre persone, soprattutto con riferimento al giorno in cui è avvenuta la sparatoria, per procedere con l’ascolto di altre persone e definire l’ambito delle frequentazioni o conoscenze per poi arrivare a chiarire il movente che non si esclude essere riconducibile a futili motivi. Come già avvenuto a Brindisi e in particolare nel rione Sant’Elia, purtroppo.
Non è escluso che la svolta alle indagini arrivi nei prossimi giorni, ma resta il silenzio assordante che ancora una volta regna di fronte ad episodi gravi.