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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Abusivismo: "Milani da condannare"

OSTUNI – Il pronunciamento della Suprema Corte è atteso per i prossimi giorni. Ma il Procuratore generale della Cassazione, dove è approdata la querelle di Monticelli, ha formulato le sue richieste: conferma della pena comminata in primo e secondo grado a carico di Mariella Milani (giornalista dell’alta moda, originaria di Bari) e del legale rappresentante della ditta (Masi) esecutrice dei lavori di ristrutturazione ed ampliamento della villetta in riva al mare. Annullamento senza rinvio per prescrizione, invece, per l’ingegnere Raffaella Bianco.

OSTUNI – Il pronunciamento della Suprema Corte è atteso per i prossimi giorni. Ma il Procuratore generale della Cassazione, dove è approdata la querelle di Monticelli, ha formulato le sue richieste:  conferma della pena comminata in primo e secondo grado a carico di Mariella Milani (giornalista dell’alta moda, originaria di Bari) e del legale rappresentante della ditta (Masi) esecutrice dei lavori di ristrutturazione ed ampliamento della villetta in riva al mare. Annullamento senza rinvio per prescrizione, invece, per l’ingegnere Raffaella Bianco.

Queste, dunque, le istanze  avanzate dal procuratore generale nel procedimento che si è svolto ieri in Corte di Cassazione per la sentenza di Appello impugnata dagli avvocati Antonio Molentino (difensore della giornalista), Mario Guagliani (difensore dell’ingegnere Bianco) e Luciano Laera (difesore dell’impresa edile). Il Collegio difensivo, da parte sua,  ha chiesto l’assoluzione. La Corte si è riservata di decidere.

La controversia è nota. La complessa querelle ruota attorno ai lavori di ristrutturazione che la giornalista Rai Mariella Milani ha eseguito nel corso degli ultimi anni presso la sua residenza estiva, a Monticelli, lungo il litorale di Ostuni. Una villa con vista sulla scogliera, a pochi metri dal mare. Nel mirino dei vicini di casa prima e della magistratura poi, alcuni interventi sulla struttura, ma anche, di recente, le opere di recinzione eseguite attorno a un terreno conteso, ai confini con il demanio. Un suolo lungo il quale proprio nei giorni scorsi erano in corso altri lavori di ristrutturazione, per il rifacimento della recinzione in muratura. E anche in questo caso le competenti autorità hanno inteso vederci chiaro. I lavori sono stati bloccati dalla Guardia costiera, intervenuta sul posto. Così, dopo gli accertamenti di rito sono scattati i sigilli all’area.

“Quell’area - non hanno smesso di tuonare alcuni vicini di casa, tra i quali gli imprenditori Dino Marseglia e Giuseppe Sasso  - è soggetta a vincolo paesaggistico e quand’anche i lavori dovessero limitarsi alla recinzione del lotto in questione di fatto costituiscono una evidente privatizzazione di un suolo urbanisticamente deputato ad uso collettivo, pregiudicando definitivamente anche l’amenità del paesaggio e configgendo con i diritti acquisiti dai consorziati del villaggio di Monticelli, a partire dalla servitù di passaggio che su quel terreno viene dagli stessi villeggianti esercitata da oltre trent’anni”. Nuovi lavori e suolo conteso a parte, l’attenzione intanto è rivolta al pronunciamento della Cassazione sulle vicende pregresse. La sentenza è attesa per i prossimi giorni.

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