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Cronaca Mesagne

"Accoltellamento su commissione": scarcerata l'ex moglie della vittima

Annullata l'ordinanza di custodia cautelare a carico della 35enne Serena Bello, per assenza di gravi indizi di colpevolezza

MESAGNE – Torna in libertà Serena Bello, la 35enne di Mesagne accusata di aver commissionato l’accoltellamento dell’ex marito, eseguito materialmente da suo cugino, il 37enne Damiano Bello, con la complicità di un amico, il 38enne Antonio De Punzio, entrambi di Mesagne. Il tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso 21 luglio a carico dell’indagata, difesa dagli avvocati Maria Concetta Milone e Giancarlo Camassa. Il giudice ha escluso la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico della 35enne, nei confronti della quale è stata revocata la misura degli arresti domiciliari. Ha ottenuto il beneficio dei domiciliari, invece, Damiano Bello, difeso dall’avvocato Davide Di Giuseppe.

L’accoltellamento avvenne la sera del 20 febbraio, all’interno di un’abitazione nel centro di Mesagne in cui l’ex marito dell’indagata, un 37enne del posto, fu attirato con una scusa. La vittima, raggiunta da fendenti all’addome e al torace, fu accompagnata da un amico presso il Pronto soccorso dell’ospedale Perrno di Brindisi e fu ricoverata nel reparto di Rianimazione, con prognosi riservata. L’uomo riferì ai poliziotti di essere stato accoltellato in strada da un amico. Ma gli investigatori riuscirono a ricostruire il percorso seguito dall’auto dal luogo dell’accoltellamento all’ospedale e con l’ausilio anche delle immagini riprese dalle telecamere posizionate lungo il tragitto, confutarono questa versione dei fatti.

Sulla base di quanto ricostruito dagli inquirenti tramite il ricorso alle intercettazioni telefoniche, la Bello avrebbe "ingaggiato" il cugino per impartire una dura lezione all’ex marito, per una serie di dissidi scaturiti dalla separazione. Ma gli avvocati della 35enne hanno contestato tale ipotesi accusatoria, ottenendo l'annullamento della misura cautelare. Ai tre indagati sono stati contestati i reati di tentato omicidio e porto abusivo di arma clandestina. 

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