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Cronaca San Pietro Vernotico

Accorpamento, Rizzo risponde a Serinelli: "I genitori rivendicano solo il diritto allo studio"

Riceviamo e pubblichiamo la risposta dell'avvocato Pasquale Rizzo, ex sindaco di San Pietro Vernotico, al sindaco di Torchiarolo, Serinelli, sulla vicenda riguardante l'accorpamento della scuola Rodari

Riceviamo e pubblichiamo la risposta dell’avvocato Pasquale Rizzo, ex sindaco di San Pietro Vernotico, al sindaco di Torchiarolo, Serinelli, sulla vicenda riguardante l’accorpamento della scuola Rodari di San Pietro Vernotico all'istituto Valesium di Torchiarolo. 

Pur comprendendo la necessità per il sindaco di Torchiarolo di trovare legittime argomentazioni per giustificare la decisione regionale nell’ambito del piano che ridisegna la rete scolastica, al fine di salvare la dirigenza per il Comprensivo di Torchiarolo, ritengo che sia del tutto sbagliata la posizione assunta nell’ambito dell’articolo pubblicato ieri. 

Inizio con una sola domanda che ritengo sia più esaudiente di qualsivoglia ulteriore lungo discorso: se un cittadino di Torchiarolo iscrive il figlio/a per frequentare tanto la scuola primaria che la scuola media in San Pietro Vernotico, lo ha fatto perché all’epoca dei fatti vi erano confini tra i due paesi diversi, o perché credeva più adeguata l’offerta formativa in San Pietro Vernotico rispetto a Torchiarolo, od ancora per più elementari ragioni legate alla organizzazione familiare e scolastica o semplicemente perché aveva il diritto a scegliere per il figlio/a ciò che considerava giusto ed adeguato ! 

Se il Sindaco di Torchiarolo in carica quando quel genitore ha effettuato la scelta di non iscrivere il figlio a nel comprensivo di Torchiarolo Il sindaco Pasquale Rizzo(contribuendo quindi alle diminuzioni di iscrizioni) avesse contestato e tentato di contrastare tale scelta, come avrebbe reagito quel cittadino di Torchiarolo? E se oggi quel genitore da semplice cittadino si trovasse a ricoprire la carica di Sindaco, si sentirebbe in coscienza di poter criticare quei genitori che, come lui in passato, stano rivendicando il diritto ad esercitare una scelta, il fondamento del diritto allo studio che la Costituzione assicura ai nostri figli demandando ai genitori le scelte da questi (e non da Sindaci,  assessori, burocrati regionali, Provveditori o dirigenti scolastici) ritenute più idonee ed adeguate. 

Di certo si fa fatica a censurare tali scelte quando coincidono con l’individuazione di una istituzione scolastica del territorio di residenza, qualificata, per tradizione e storia, e oggettivamente diversa (in meglio od in peggio sono i genitori a valutarlo, anche quelli  che spostano i figli da Torchiarolo in San Pietro V.co o viceversa) rispetto a quella degli altri territori. 

Un burocrate regionale, costretto ad operare facendo tagli imposti da Leggi spesso assurde al fine di far quadrare le proprie necessità organizzative, ha diritto a travolgere le decisioni in ordine al diritto allo studio in capo ad ogni famiglia? Sicuramente no: deve adeguare la propria organizzazione in funzione delle determinazioni delle famiglie, delle iscrizioni che sono rilevabili dai dati che entro il 4.4.2016 invieranno le scuole a Bari. 

Nessuno intende fare lotta di campanile o strumentalizzazioni politiche (io le ho subite da parte di chi oggi, rispetto al problema, si volta dall’altra parte rinnegando e rimangiandosi ciò che per giorni ha scritto lo scorso anno dimostrando tutto il suo spessore politico e personale), o mortificare altri territori; i genitori rivendicano solo di poter esercitare il diritto allo studio, il diritto che la Costituzione assicura ad ogni alunno e che, sino ad una certa età, rappresenta anche un obbligo formativo e come tale non può che consentire il libero esercizio di scelte. 

E’ importante poi precisare un ulteriore aspetto, perché il Sindaco, in perfetta buona fede, ha equivocato alcune scritte: non vi è un solo genitore tra quelli presenti alla manifestazione che nutrono rancore  o che intendono offendere il Comune di Torchiarolo ed i suoi abitanti. Non ne hanno del resto motivo: a voler tutto concedere, in ogni caso, come ha chiarito il Sindaco Serinelli, ognuno resterà nel proprio territorio anche per disbrigare le pratiche amministrative. 

Per comprendere le ragioni di ciò che risultava scritto sul cartello esposto occorre conoscere un antefatto che mi è stato rappresentato dai genitori: giorni prima rispetto al sit in, il Sindaco aveva convocato un incontro in sala giunta con la componente dei genitori del consiglio di istituto del Comprensivo De Simone, ed allorquando una componente del consiglio, donna ed il cui figlio frequenta la Rodari, ha manifestato le proprie idee rispetto all’immobilismo dell’attuale Amministrazione con rispetto e la veemenza tipica di chi avverte un problema come reale (e non lo sta perorando per campanile od altri oscuri motivi), è stata vigliaccamente offesa dal Sindaco e mandata letteralmente a quel Paese utilizzando frasi volgari e scurrili, tanto da essere costretta ad abbandonare la riunione.

E’ questo il senso di civiltà e la capacità di reggere un semplice contraddittorio? In quel contesto nessuno tra i presenti ha preso le sue difese (e questo non è stato un bel gesto), o si è allontanato con lei (ed anche questo non è stato un bel gesto), ma i genitori i cui figli frequentano la Rodari, che ben sanno lo sforzo che in comune stanno facendo per una battaglia di civiltà e di rispetto dei diritti, non ha voluto far passare nel nulla quel gesto vile, barbaro  ed indegno, per cui con il cartello in questione hanno voluto solo dare un segnale di solidarietà alla persona offesa dal predetto comportamento del Sindaco Renna. Nulla quindi contro Torchiarolo.

Tornando al problema: stiamo attenti, non possiamo pensare di usare lingue diverse nel dialogare con la Regione a seconda della necessità. Anche con il piano di riordino ospedaliero sta accadendo la stessa identica cosa, si stanno calpestando diritti costituzionalmente garantiti, ed anche in quel caso chi vuole imporre i trasferimenti dei reparti e la chiusura degli Ospedali  argomenta con i servizi comunque assicurati al territorio, anzi rafforzati, con le distanze ormai azzerate, con i costi da ridurre. 

Non è coerente lottare se ci tolgono qualcosa adducendo di fatto argomentazioni uguali e contrarie (con le dovute distinzioni legate ai diversi servizi) a quelle utilizzate quando vogliamo ottenere qualcosa: è proprio questo il caso tipico in cui si rischia di far sembrare una lotta importante sterile campanilismo! Ritengo di contro che, come per il piano di riordino ospedaliero, quando vi sono ragioni oggettive ci si può discostare rispetto al tetto minimo di alunni stabilendo deroghe: la Regione lo faccia per Torchiarolo, consentendo così ai genitori che hanno iscritto i propri figli al Comprensivo di Torchiarolo ed a chiunque intenda seguire le nobili e giuste valutazioni in merito alle contiguità territoriali dei due Comuni ma anche a coloro i quali di contro intendono mantenere l’iscrizione presso il Comprensivo di San Pietro Vernotico, di vedersi assicurato l’esercizio del diritto allo studio ritenuto più giusto per i propri figli. 

Non credo che ci si possa elevare a tutori di diritti ed ancor meno sindacare scelte altrui degradandole a mere strumentalizzazioni; compete ad ogni singola famiglia decidere ciò che si ritiene giusto per i propri figli. Se poi si intende espropriare anche tale diritto ne prendiamo atto, ma ricordiamoci sempre di non mortificare o criticare le scelte altrui soprattutto se in passato abbiamo ritenuto legittimo comportarci allo stesso modo scegliendo, al di là di aspetti territoriali od altro, la scuola ritenuta migliore per i nostri figli: i diritti o sono uguali per tutti, come sancito dall’art. 3 della Costituzione, o non possono definirsi  tali e ciascuno di noi, nel pieno rispetto delle funzioni svolte, deve sempre essere orgoglioso di aver contribuito al loro rispetto senza costringere i genitori a battaglie anche giudiziarie per vedersi riconosciuto ciò che la morale, l’etica la condivisione di principi comuni, prima ancora della norma, tutelano. Non dimenticandoci mai la nostra storia personale e familiare.

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