Accuse tra imprenditori, uno condannato
BRINDISI - Una lite tra ex soci in affari, due imprenditori edili che con la propria ditta, la Kubo, avevano realizzato un palazzo in via Materdomini, è finita ormai tempo addietro in tribunale con accuse reciproche per reati fiscali e sparizioni di danaro.
BRINDISI - Una lite tra ex soci in affari, due imprenditori edili che con la propria ditta, la Kubo, avevano realizzato un palazzo in via Materdomini, è finita ormai tempo addietro in tribunale con accuse reciproche per reati fiscali e sparizioni di danaro. E? risultato ieri che quanto aveva raccontato uno dei due effettivamente rispondeva al vero: la storia si è chiusa con una sentenza di primo grado che condanna Berardino Galizia, nato a Fasano e residente a Brindisi, alla pena di un anno e sei mesi (a fronte di una richiesta del pm Luca Buccheri pari a tre anni) e il figlio Michele alla pena di quattro mesi.
Entrambi potranno beneficiare della sospensione condizionale e per entrambi il collegio presieduto da Francesco Aliffi ha stabilito la non menzione, oltre che per Berardino Galizia anche l?assoluzione dalla contestazione di calunnia. Dovranno risarcire la parte civile, ossia l?altro imprenditore, Cosimo Manta: l?ammontare sarà determinato in sede civile. Manta è assistito dall?avvocato Massimo Manfreda, mentre i due Galizia sono assistiti dall?avvocato Rosario Almiento.
Berardino Galizia era alla sbarra per reati fiscali, per aver evaso le imposte sui redditi per un importo di 200.000 euro avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Lo aveva denunciato proprio l?ex socio. Era inoltre accusato di essersi appropriato indebitamente di somme varie di cui aveva la disponibilità essendo amministratore della società in questione: 36mila euro la prima volta, poi 25mila, quindi 51 mila. In concorso con il figlio avrebbe alienato allo stesso a prezzo basso un appartamento che si trova nel palazzo di via Materdomini.
Chiuso il primo grado di giudizio, l?avvocato delle due persone condannate, l?imprenditore e il figlio, annuncia di voler ricorrere in appello. Cosimo Manta è stato altresì assolto dall?unico reato per cui era imputato: un tentativo di truffa che è risultato del tutto inesistente.