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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Acque Chiare, Cassazione a luglio: verità su lottizzazione e confisca

Fissata l’udienza attesa dai proprietari delle villette sequestrate nel 2008 e dal costruttore Romanazzi, dal notaio Cafaro e dagli architetti Cioffi e Orsan

BRINDISI – C’è la data (finalmente) per l’udienza in Cassazione sul futuro del villaggio Acque Chiare, caso giudiziario dal lontano 27 maggio 2008: il 5 luglio prossimo gli Ermellini si pronunceranno sulla lottizzazione abusiva contestata sin da subito dalla Procura di Brindisi al costruttore Vincenzo Romanazzi, al notaio Bruno Romano Cafaro, all’ex dirigente del settore Urbanistica del Comune Carlo Cioffi e al progettista Severino Orsan, e sulla confisca o meno dell’intero complesso. Incognita con la quale sono stati costretti a vivere quanti hanno investito nell’acquisto degli immobili realizzati in contrada Torre Testa, sulla litoranea a Nord della città.

La Finanza al villaggio Acque Chiare

La Cassazione

Dovrebbe essere l’udienza definitiva. O almeno si spera che lo sia, dopo gli ultimi due rinvii dettati dall’esigenza di aspettare la sentenza della Grande Chambre di Strasburgo sulla confisca o meno degli immobili in caso di prescrizione della lottizzazione abusiva, con riferimento a situazioni analoghe a quelle che attengono ad Acque Chiare da quasi undici anni diventato un villaggio fantasma.

La Grande Chambre

La sentenza europea ha assunto un ruolo di primo piano nel caso legato al futuro di Acque Chiare, dal  28 giugno 2018, quando sono state depositate le motivazioni della pronuncia, definitiva in quanto non più impugnabile, su procedimenti simili al villaggio costruito dalla società di Vincenzo Romanazzi. La Grande Chambre si è espressa su Punta Perotti a Bari, Golfo Aranci a Olbia (in Sardegna) e Testa di Cane e Fiumarella di Pellaro a Reggio Calabria. I giudici europei hanno affermato il principio secondo cui non è possibile procedere alla confisca degli immobili, qualora non ci sia stata una “sanzione penale”. Sanzione che nell’accezione italiana dovrebbe coincidere con una sentenza penale di condanna. E la prescrizione, nell’ordinamento italiano, non è una pronuncia del merito, ma una causa di estinzione del reato sulla base del trascorrere del tempo.

La lottizzazione abusiva

Il costruttore Vincenzo Romanazzi il 29 maggio 2008Prescrizione dovrebbe essere maturata con riferimento alla lottizzazione abusiva contestata ai quattro imputati.  Vincenzo Romanazzi, il notaio Bruno Romano Cafaro al quale è riconducibile la maggior parte dei rogiti, sono stati condannati a un anno e sei mesi, con ammenda di 55mila euro, il progettista Severino Orsan e l’ex dirigente del settore Urbanistica del Comune Carlo Cioffi  a due a nove mesi con ammenda di 35mila.

La corruzione

Prescritta già da tempo la corruzione, contestata dalla Procura sempre con riferimento al costruttore in concorso con l’allora sindaco di Brindisi che per questo reato patteggiò a trenta giorni in continuazione con i capi di imputazione dell’inchiesta sulla cosiddetta tangentopoli, a tre anni e sei mesi. Ed è guardando alla divisione dei tronconi, ossia ai giudizi separati per corruzione e lottizzazione che l’avvocato Vito Epifani ha sollevato una serie di eccezioni evidenziando come il processo non si sia svolto dinanzi al giudice naturale, con lesione dei diritti di difesa.

I proprietari

Prescrizione, inoltre, è stata affermata dal Tribunale di Brindisi per 73 proprietari, a loro volta imputati con l'accusa di lottizzazione in concorso. Decisero di avvalersene non già perché non interessati alla pronuncia nel merito e in modo particolare all’affermazione della buona fede, quanto per chiudere subito una pagina dolorosa nella propria vita, con conseguenze anche sul piano familiare oltre che economico.

Per gli altri 154 proprietari, invece, pende il processo in Appello cin prossima udienza fissata a maggio: si tratta di quelli per i quali il pm ha impugnato la sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione perché ritenuta tardiva. Sono i proprietari per i quali il Tribunale, in composizione monocratica, ha revocato la rinuncia alla prescrizione il 3 giugno 2014: per il sostituto procuratore e per il procuratore generale sarebbe arrivata quanto non era  più possibile – codice alla mano – riconoscere tale causa di estinzione del reato e quindi tornare indietro.

La truffa

Il villaggio di Acque Chiare sotto confiscaNel merito, gli avvocati hanno insistito sulla richiesta di assoluzione degli imputati: “Si tratta di persone “truffate dal costruttore e dal notaio che rogò la maggior parte degli atti di vendita degli immobili”, sostengono. Tesi affermata sin dal primo momento, quando cioè venne disposto il sequestro del villaggio, eseguito dai militari della Guardia di Finanza il 27 maggio 2008.  “Gli imputati sono gli stessi che denunciarono i raggiri ottenendo l’imputazione coatta per truffa, dopo la pronuncia del giudice in sede di udienza preliminare”, ricordano gli avvocati. Anche l’accusa legata alla truffa è caduta in prescrizione, cancellata (estinta) sempre per effetto del trascorrere del tempo.

La buona fede

“Resta da sempre l’affermazione dell’assoluta buona fede dei proprietari al momento dell’acquisto”, concludono. Chi mai avrebbe acquistato una villetta, sapendo che non di residenze estive si trattava, ma di residence di un complesso alberghiero? In quel periodo c’era anche un sito internet e c’erano annunci pubblicitari sulla vendita delle immobili nel villaggio Acque Chiare. Case, si leggeva. Molti dei proprietari stanno ancora pagando le rate dei mutui accesi per finanziare l’acquisto.

Piscina spiaggia Acque Chiare-2

Il Pug

Nulla è stato fatto, ad oggi,  sul fronte della tipizzazione urbanistica della zona in cui si trova il villaggio: il Piano urbanistico generale non è ancora stato varato dal Comune di Brindisi. E’ anche comprensibile che l’Amministrazione intenda aspettare la conclusione della vicenda giudiziaria, ma sarebbe stato opportuno lavorare su scenari possibili sul piano di competenza dell’Ente.



 

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