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Cronaca

Acque Chiare, i proprietari chiedono la restituzione delle ville alla Corte d’Appello

Dopo la pronuncia della Grande Chambre, pronte le istanze degli avvocati di rappresentano 73 titolari di immobili per i quali la prescrizione è definitiva

BRINDISI – Confidano nella Corte d’Appello di Lecce, prima ancora che nella Cassazione, i proprietari delle villette del villaggio Acque Chiare, per i quali è ormai definitiva la sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Gli avvocati che li rappresentano in giudizio intendono presentare istanza per “liberare” gli immobili, sotto sequestro da dieci anni, facendo riferimento al principio europeo secondo cui non è possibile procedere alla confisca nel caso in cui non ci sia stata una sanzione penale, vale a dire una condanna, a conclusione di un giudizio di merito.

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La richiesta di dissequestro

L’istanza per il dissequestro delle ville, bloccate dal 28 maggio 2008 nell’inchiesta della Procura per lottizzazione abusiva dell’area, attiene alla posizione di 73 proprietari, la maggior parte dei quali sono brindisini che hanno investito nelle costruzioni edificate la lungo la litoranea a Nord del capoluogo, nella convinzione di acquistare una casa a due passi dal mare. Una seconda casa. I 73 proprietari hanno incassato la prescrizione in prima battuta e di conseguenza, stando a quanto sostenuto dai rispettivi difensori, si trovano nelle condizioni in cui deve trovare applicazione concreta il principio sancito dalla Grande Chambre di Strasburgo, nella sentenza depositata il 28 giugno scorso. Verdetto definitivo in quanto non più appellabile, pronunciato su casi analoghi di lottizzazione abusiva contestati con riferimento ai complessi di Punta Perotti, a Bari, poi raso al suolo, Golfo Aranci a Olbia, in Sardegna e Testa di Cane e Fiumarella di Pellaro  a Reggio Calabria

La bussola per i penalisti del foro di Brindisi, in relazione al caso Acque Chiare, è puntata esattamente in direzione dell’Europa. Con una precisazione che riguarda la differente posizione processuale che si è venuta a creare all’interno della schiera dei proprietari, visto che per altri 154 pende l’appello dinanzi alla Corte salentina, a fronte di una prescrizione chiesta e riconosciuta dal Tribunale di Brindisi, in un secondo momento dopo che gli stessi avevano rinunciato chiedendo ai giudici una pronuncia nel merito. Prescrizione tardiva, stando alla Procura. Il pm, infatti, ha impugnato la sentenza contestando il superamento del limite temporale massimo per la richiesta di prescrizione, come causa di estinzione del reato di lottizzazione abusiva contestato.

Il villaggio Acque Chiare

La prescrizione definitiva

Per il gruppo più numeroso di proprietari diventa decisiva l’udienza della settimana prossima, quando la Corte d’Appello dovrebbe pronunciarsi con sentenza, dopo aver ascoltato le parti: da un lato il procuratore generale che ha fatto propri i motivi di appello del pm di Brindisi Antonio Costantini, dall’altro gli avvocati che rappresentano gli imputati.

Non è escluso, quindi, che i legali dei 54 proprietari presentino richiesta di restituzione in questa sede, essendo la Corte di Lecce funzionalmente competente, anziché attendere la fissazione della nuova udienza in Cassazione, dove saranno affrontate  - in via definitiva - le posizioni degli imputati condannati per lottizzazione abusiva: il costruttore Vincenzo Romanazzi, il notaio Bruno Romano Cafaro al quale è riconducibile la maggior parte dei rogiti, il progettista Severino Orsan e l’ex dirigente del settore Urbanistica del Comune Carlo Cioffi. I primi due sono stati condannati a un anno e sei mesi, con ammenda di 55mila euro, gli altri due a nove mesi con ammenda di 35mila, stando alla sentenza d’appello.

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