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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Acque Chiare, messi in mora ditta, Comune e Regione: "Se arriva la confisca pagherete 50 milioni"

BRINDISI – Se le ville verranno confiscate i proprietari pretenderanno un risarcimento del danno pari a 50 milioni di euro dalla società Acque Chiare Srl, dal Comune di Brindisi e dalla Regione Puglia. La vicenda Acque Chiare si arricchisce di un nuovo capitolo, dopo il processo in corso per violazioni edilizie e reati di corruzione, i vari ricorsi per ottenere il dissequestro delle ville (la Cassazione nei giorni scorsi ha rigettato l’ultimo), la richiesta di imputazione coatta per truffa imposta dal gip Alcide Maritati al pubblico ministero Adele Ferraro nei confronti di Vincenzo Romanizzi, costruttore di Acque Chiare, e del notaio Bruno Cafaro, ora arriva la messa in mora da parte dei 104 proprietari delle ville.

BRINDISI – Se le ville verranno confiscate i proprietari pretenderanno un risarcimento del danno pari a 50 milioni di euro dalla società Acque Chiare Srl, dal Comune di Brindisi e dalla Regione Puglia. La vicenda Acque Chiare si arricchisce di un nuovo capitolo, dopo il processo in corso per violazioni edilizie e reati di corruzione, i vari ricorsi per ottenere il dissequestro delle ville (la Cassazione nei giorni scorsi ha rigettato l’ultimo), la richiesta di imputazione coatta per truffa imposta dal gip Alcide Maritati al pubblico ministero Adele Ferraro nei confronti di Vincenzo Romanizzi, costruttore di Acque Chiare, e del notaio Bruno Cafaro, ora arriva la messa in mora da parte dei 104 proprietari delle ville.

“I signori – scrivono gli avvocati Vincenzo Rina, Rosario Alimento e Francesco Silvestre - sono proprietari, uti singuli, degli immobili ricompresi nel complesso edilizio realizzato dalla Società Acque Chiare arl in agro di Brindisi alla contrada Sbitri, che, come è noto, in data 29.5.2008 l’Autorità Giudiziaria ha sottoposto a sequestro preventivo ex art. 321 cpp. La misura cautelare reale, concessa e attuata anche sui cespiti di proprietà dei nostri assistiti, ha provocato ai nostri patrocinati ingenti danni, patrimoniali e non. Dalla disamina del provvedimento di sequestro e dalla valutazione della ipotesi accusatoria, siccome recepita dal giudice delle indagini preliminari, oltre che dalla documentazione acquisita e dalle testimonianze rese nel procedimento penale per lottizzazione abusiva in corso innanzi al locale tribunale monocratico, nonché dalle emergenze degli ulteriori procedimenti penali già vertiti per il reato di corruzione ed altro, emergono assai gravi indizi di responsabilità, a vario titolo, a Vostro carico, nella determinazione dei danni patiti e patendi dai  nostri patrocinati, il cui ammontare – segnatamente per la eventualità che l’azione penale dovesse comportare la confisca degli immobili – è non inferiore ad euro 50.000.000, al cui ristoro, che sin d’ora si intima e si richiede, siete solidalmente tenuti. Tanto, anche ai fini interruttivi di qualsivoglia prescrizione”.

La lettera di interruzione di eventuali prescrizioni è stata inviata il 27 maggio. I 104 proprietari stanno cercando di tutelarsi in ogni modo in questa vicenda che si aggroviglia sempre di più con tante gente che chiede vendetta perché le loro ville si stanno degradando e diventa un problema quasi insormontabile fare persino i lavori di ristrutturazione. Ci sono persone che avevano venduto la loro prima casa per andare ad abitare in quel villaggio. Il processo principale vede sul banco degli imputati il costruttore di Acque Chiare, Vincenzo Romanazzi, 73 anni, di Brindisi, rappresentante legale di Acque Chiare Srl; Bruno Romano Cafaro, 72 anni, notaio, brindisino; Carlo Cioffi, 57 anni, di Brindisi, dirigente del settore Urbanistico e assetto del territorio del Comune di Brindisi, e Severino Orsan, direttore dei lavori e progettista del complesso Acque Chiare.

A questo processo ora si aggiungerà quello per truffa nei confronti di Vincenzo Romanazzi e del notaio Cafaro. I due sono stati denunciati da trentasei proprietari. Il pubblico ministero Adele Ferraro, lo stesso del processo principale, ha chiesto l’archiviazione nei confronti dei due. Ma il giudice Maritati ha imposto al pm di formulare il capo di imputazione ed emettere decreto di rinvio a giudizio.

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