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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Acque Chiare: Pm chiede la confisca

BRINDISI - Confisca del villaggio di Acque Chiare e condanna dei quattro imputati: il costruttore Vincenzo Romanazzi, il notaio Bruno Cafaro, il direttore dei lavori Severino Orsan e il dirigente dell’ufficio Urbanistica del Comune di Brindisi dell’epoca, l’architetto Carlo Cioffi. La doccia fredda arriva alla fine di una requisitoria durata quasi cinque ore. A formularla il pubblico ministero Antonio Costantini a conclusione del troncone d’inchiesta per la presunta lottizzazione abusiva.

BRINDISI - Confisca del villaggio di Acque Chiare e condanna dei quattro imputati: il costruttore Vincenzo Romanazzi, il notaio Bruno Cafaro, il direttore dei lavori Severino Orsan e il dirigente dell’ufficio Urbanistica del Comune di Brindisi dell’epoca, l’architetto Carlo Cioffi. La doccia fredda arriva alla fine di una requisitoria durata quasi cinque ore. A formularla il pubblico ministero Antonio Costantini a conclusione del troncone d’inchiesta per la presunta lottizzazione abusiva.

Il magistrato, subentrato nella pubblica accusa ad Adele Ferraro, ha chiesto la condanna a un anno e tre mesi a sia per il costruttore Vincenzo Romanazzi sia per il notaio Bruno Cafaro (che stipulò i contratti di compravendita) oltre al pagamento di una multa di 40mila euro a testa. Richieste di condanna ad un anno sono arrivate per il direttore dei lavori Severino Orsan sia per l’ex dirigente dell’ufficio Urbanistica del comune capoluogo, l’architetto Carlo Cioffi oltre al pagamento di una multa da 25mila euro ciascuno.

“La stangata della giustizia” all’orizzonte, se il giudice monocratico dovesse sposare la richiesta della pubblica accusa in toto, non si abbatterebbe solo sui quattro indagati che a vario titolo si sarebbero resi responsabili del reato di lottizzazione abusiva, ma anche sui 197 proprietari delle ville sequestrate il 29 maggio del 2008. Quel giorno i finanzieri del nucleo di polizia tributaria apposero i sigilli ad oltre 200 ville, piscine, bar, impianti sportivi e maxi-albergo. Da allora i proprietari inibiti dalla facoltà d’uso degli immobili, non possono più entrare nelle loro case, per le quali hanno continuato a pagare mutui,  bollette e sorveglianza.

Nel procedimento che volge al termine i proprietari delle ville sono parte civile e hanno chiesto al Comune di Brindisi un maxi-risarcimento da 50 milioni di euro. Nell’altro processo iniziato qualche settimana fa, gli stessi proprietari sono imputati per lottizzazione abusiva, perchè - secondo l’accusa - consapevoli di quanto c’era dietro la realizzazione e la vendita delle ville, mentre Cafaro e Romanazzi sono imputati per truffa ai danni degli acquirenti.

Al termine della requisitoria molti dei proprietari presenti in aula, hanno ribadito nella quanto da sempre sostenuto dagli inizi dell’inchiesta: “le vere vittime per le colpe di altri siamo noi”. A denti stretti sanno che se la richiesta del pm dovesse essere accolta l’incubo vissuto negli ultimi tre anni e mezzo di perdere il loro cospicuo l’investimento (costato tra le 200 e le 350 mila euro a villa), diventerebbe realtà.

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