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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Centro Storico / Via Duomo

Adoc: "Anche quest'anno edifici storici oscurati dagli stand del Negramaro"

Continua a far parlare, nel bene e nel male, l'organizzazione del Negroamaro Wine festival. Mancano una decina di giorni all'inizio della manifestazione e quasi tutte gli stand sono stati montati, la città si prepara ad accogliere decine di migliaia di visitatori per un evento che è atteso da molti cittadini, ma che fa storcere il naso ad altrettanti

BRINDISI - Continua a far parlare, nel bene e nel male, l’organizzazione del Negroamaro Wine festival. Mancano una decina di giorni all’inizio della manifestazione e quasi tutte gli stand sono stati montati, la città si prepara ad accogliere decine di migliaia di visitatori per un evento che è atteso da molti cittadini, ma che fa storcere il naso ad altrettanti. Una cosa comprensibile vista la portata della manifestazione e l’impatto che essa ha sulla città, soprattutto sul centro storico.

In un comunicato stampa l’Adoc, Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, ha La base di uno stand del Negramato Wine festival-2-2elencato le diverse criticità che l’organizzazione del festival porta con sé gravando sulla città. Si va dalla carenza di posti auto, già denunciata da BrindisiReport.it nei giorni passati, all’esigenza di un piano sicurezza che contempli soluzioni alle possibili emergenze che potrebbero crearsi, come, per fare un esempio, la viabilità nelle strade del centro dei mezzi di soccorso, in caso fosse necessario, durante la manifestazione e la presenza di migliaia di persone. Tra le problematiche elencate trova spazio anche la mancata valorizzazione dei beni artistici ed architettonici, problema già presentatosi nelle passate edizioni.

“Valorizzare il nostro patrimonio durante la manifestazione - dichiara a BrindisiReport.it Giuseppe Zippo, Presidente provinciale Adoc - è un fatto imprenscindibile. Oltretutto dovrebbe rappresentare un fattore aggiuntivo, un ulteriore richiamo, una possibilità da sfruttare. Invece come è accaduto negli anni passati questo non avviene, anzi troppo spesso abbiamo denunciato casi in cui i nostri beni non solo venivano “oscurati”, posizionando gli stand a ridosso di monumenti, ma addirittura si è rischiato di arrecare danno”.

L’anno passato si discusse della posizione di alcuni stand, installati a ridosso di beni architettonici. Tra tutti, gli stand posizionati vicino Palazzo Nervegna che anche quest’anno, puntualmente, hanno trovato posto tra piazza Sottile-De Falco e via Duomo. Una scelta che non è piaciuta a molti vista la distanza che pericolosamente intercorre tra le “casette” e l’edificio che ospita gli uffici di rappresentanza dell’Amministrazione comunale. In alcuni punti questa distanza è addirittura inesistente, in una delle immagini in possesso di BrindisiReport.it si può notare come tra le mura della facciata del palazzo cinquecentesco e la parte superiore dello stand ad occhio nudo non intercorre nessuna distanza, dando l’impressione di essere letteralmente attaccato.

Ricordiamo che stiamo parlando di un edificio storico, che, prima di ospitare gli uffici di rappresentanza del primo cittadino, ha richiesto lavori di ristrutturazione lunghi ed onerosi, oltre al fatto che da un certo punto di vista non è un buon biglietto da visita servire un panino con la porchetta d’Ariccia a ridosso di un muro del 1500.

“Da quello visto fino ad oggi non credo che quest’anno assisteremo ad episodi simili - chiarisce l’architetto Maurizio Marinazzo, dirigente comunale del settore Beni Monumentali e Presidente dell’Ordine degli Architetti - non ho visto stand montati in luoghi sensibili come è accaduto nella passata edizione, mi riferisco a piazza Santa Teresa, al museo diocesano, a via Colonne e piazza Duomo. Quest’anno si è scelto di allestire in strade diverse, come, per fare un esempio, via Assennato, in prossimità del Liceo Artistico. Certo è che bisognerebbe tendere ad ottenere la qualità della manifestazione nel rispetto dei luoghi, cosa che porterebbe solo benefici all’iniziativa”.

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