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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Aggressione alla coppietta, il gip decide: l'autore deve andare in carcere

BRINDISI – Dovrà andare in carcere non appena le sue condizioni cliniche lo consentiranno, il 38enne artigiano brindisino Giulio Brigante, rimasto ferito durante quello che per gli investigatori, il pm e adesso anche il gip è stato un tentativo di rapina aggravata con lesioni ad una delle vittime. Lo ha deciso oggi il giudice delle indagini preliminari Eva Toscani. Il difensore di Brigante, l’avvocato Mauro Masiello, ne aveva chiesto l’assegnazione agli arresti domiciliari in considerazione della particolarità della vicenda e del fatto che Giulio Brigante non ha mai commesso reati contro la persona (ha solo un piccolo precedente legato ad un abuso edilizio, sembra). L’artigiano era rimasto ferito durante la colluttazione con un militare del reggimento San Marco, che si trovava appartato con la fidanzata in un’auto a Punta Penne, nella notte tra l’11 e il 12 aprile, e che Brigante aveva preso di mira armato di piede di porco e con passamontagna calzato.

BRINDISI – Dovrà andare in carcere non appena le sue condizioni cliniche lo consentiranno, il 38enne artigiano brindisino Giulio Brigante, rimasto ferito durante quella che per gli investigatori, il pm e adesso anche il gip è stata una  rapina aggravata con lesioni ad una delle vittime. Lo ha deciso oggi il giudice delle indagini preliminari Eva Toscani. Il difensore di Brigante, l’avvocato Mauro Masiello, ne aveva chiesto l’assegnazione agli arresti domiciliari in considerazione della particolarità della vicenda e del fatto che Giulio Brigante non ha mai commesso reati contro la persona (ha solo un piccolo precedente legato ad un abuso edilizio, sembra). L’artigiano era rimasto ferito durante la colluttazione con un militare del reggimento San Marco, che si trovava appartato con la fidanzata in un’auto a Punta Penne, nella notte tra l’11 e il 12 aprile, e che Brigante aveva preso di mira armato di piede di porco e con passamontagna calzato.

Ma lui, l’indagato, non aveva alcuna intenzione di commettere una rapina: questo ha detto Giulio Brigante al gip Eva Toscani, prima di entrare stamattina in sala operatoria per un intervento di riduzione delle fratture al setto nasale. Tutta la faccenda è partita, secondo il racconto dell’artigiano, da una brutta lite con la moglie, amarezza che subito dopo ha tentato di annegare nell’alcol. Una sbronza dura, per anestetizzare il dolore bruciante della gelosia. Poi Brigante si sarebbe messo alla guida del suo furgoncino da lavoro errando lungo la litoranea, diretto nuovamente a casa (abita sul mare).

In quel mentre, ha detto l’indagato al giudice, avrebbe avvistato una Lancia Y di colore grigio che gli è parsa l’auto della moglie, che non era sola. Una nuova violenta fitta di gelosia lo avrebbe indotto a seguire la vettura che lui riteneva essere quella della consorte, sino a quando la Lancia Y si è fermata nei pressi della vecchia torre di Punta Penne. Giulio Brigante ha detto di non averci visto più: tra ira passionale e fumi dell’alcol, ha deciso di dare una lezione all’uomo che pensava si trovasse appartato con la moglie, ha preso una spranga dalla cassetta degli attrezzi, si è infilato il passamontagna e si è lanciato contro l’auto.

I due a bordo erano abbracciati sul sedile posteriore, le portiere erano bloccate dall’interno, e Brigante allora ha fracassato i cristalli dei finestrini menando colpi col piede di porco. Solo quando dalle grida terrorizzate della ragazza ha capito che non si trattava della moglie, ha deciso di battere in ritirata ma prima facendosi consegnare le chiavi dell’auto e i telefoni cellulari di due giovani a bordo, lanciandoli poi poco lontana dalla vettura, per impedire che le vittime avvertissero la polizia. In quel mentre dalla lancia Y è sceso il militare, che pensando di avere a che fare con un rapinatore, gli ha consegnato le poche banconote che aveva nel portafogli. Brigante ha preso i soldi e stava per infilarli in tasca, abbassando la guardia per un attimo, e in quell’istante il sottufficiale gli è piombato addosso facendolo cadere a terra, e successivamente iniziando a colpirlo al capo e al volto con un sasso. Dopo i primi colpi, ha detto ancora al gip Giulio Brigante, avrebbe perso i sensi, per riacquistarli quando i carabinieri avevano raggiunto il luogo.

Tale versione dei fatti, evidentemente, al gip Eva Toscani sarà apparsa contraddittoria, malgrado l’artigiano non abbia alcun precedente per furto o rapina. Perciò la decisione di convalidare l’arresto con custodia in carcere. Intanto, però, Brigante dovrà superare la fase post operatoria e attendere – sempre in ospedale – il responso dei medici circa lo stato della sua mascella e di altri traumi al cranio e al volto. Pertanto resterà ancora qualche giorno nel repartino detenuti dell’ospedale Perrino. La prognosi iniziale per lui, al momento del ricovero, era stata di 35 giorni, ma le cose potrebbero cambiare.

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