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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

“Ago e filo dimenticati nell’anca”: quattro medici imputati

Citazione diretta a giudizio per i componenti dell’équipe dell’ospedale di Ostuni, dove venne operato un pensionato, in seguito a frattura del femore: sono accusati di lesioni colpose. Il processo dopo che l’avvocato del paziente si è opposto all’archiviazione

BRINDISI – Dolori fortissimi dopo l’intervento al femore sinistro, poi la denuncia presentata in Procura e due perizie prima di scoprire una “dimenticanza colposa”: “ago con frammenti di filo di nylon usato per la sutura” lasciato nell’anca in seguito all’operazione. Con l’accusa di lesioni personali quattro medici, componenti dell’équipe, sono finiti sotto processo a Brindisi.

Il pm Antonio CostantiniSono stati tutti citati direttamente a giudizio dal pubblico ministero Antonio Costantini (foto accanto), in seguito all’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata a conclusione delle indagini partite. L’inchiesta è partita dall’esposto dell’avvocato Covella, del foro di Lecce, per conto del paziente, un pensionato brindisino. L’anziano, nel cadere, riportò la frattura del femore sinistro e venne sottoposto a intervento nell’ospedale di Ostuni il 9 ottobre 2013.

La prima perizia disposta dal sostituto procuratore non portò a confermare i sospetti del penalista e per questo il pm non esercitò l’azione penale, ma chiese al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Giuseppe Licci, la restituzione del fascicolo. Non era possibile, in altri termini, sostenere l’accusa in giudizio. L’avvocato presentò opposizione e il gip dispose una seconda perizia che, a differenza della precedente, mise in evidenza condotte del personale medico legate alla presenza di ago e filo da sutura, estratti nel corso di un intervento chirurgico in una struttura sanitaria della provincia di Lecce.

Sulla base dei risultati di questa relazione medica, è stata disposta la citazione dei quattro medici dinanzi al Tribunale, in composizione monocratica, accusati di lesioni colpose in concorso “poiché in cooperazione tra loro e con più azioni ed omissioni, anche indipendenti, cagionavano” al paziente “lesioni gravi che determinavano una malattia e una incapacità ad attendere alle ordinarie occupazioni per un periodo superiore a quaranta giorni”.

La contestazione è stata mossa per “colpa consistita in imperizia, imprudenza e negligenza”. Nel capo di imputazione, inoltre, è stato sottolineato il “perdurante dolore, direttamente connesso  alla colposa dimenticanza di un ago con filo da sutura all’esito dell’intervento eseguito per la sostituzione dello stelo protesico ed osteosintesi, conseguente alla frattura del femore sinistro in un soggetto portatore di protesi d’anca”.

Tutto questo – si legge ancora – “nonostante nella cartella clinica si facesse riferimento ad azioni preventive effettuate per la riduzione del rischio di abbandono di materiale chirurgico (procedura di conteggio pre e post operatoria, evidentemente non eseguita con perizia e diligenza)”. Questo controllo, secondo l’accusa, non ci sarebbe stato e nei “tessuti molli dell’anca operata” è stato trovato un ago con frammenti del filo di nylon, causa di una infezione periprotesica. I medici sono assistiti dagli avvocati Mario Guagliani, Giacomo Serio, Riccardo Pagliarulo e Carmela Roma. Il paziente, indicato come parte lesa, in occasione della prima udienza potrà costituirsi in giudizio per chiedere il risarcimento dei danni, in caso di condanna.

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