"Aiutiamo tutti insieme Forte a mare, non lasciamolo affogare nel degrado"
La scena festosa della partenza della regata Brindisi- Corfu è stata quasi rovinata dalla presunzione del castello di forte a mare (Alfonsino - Aragonese) che, invece di nascondersi, di eclissarsi, ha avuto l'impudenza, di presentarsi a tutti con la sua carica di degrado, quasi a voler pubblicamente accusare la città dello stato in cui si trova da molti anni
BRINDISI - La scena festosa della partenza della regata Brindisi- Corfu è stata quasi rovinata dalla presunzione del castello di forte a mare (Alfonsino - Aragonese) che, invece di nascondersi, di eclissarsi, ha avuto l’impudenza, di presentarsi a tutti con la sua carica di degrado, quasi a voler pubblicamente accusare la città dello stato in cui si trova da molti anni, ad ergersi a simbolo dell’incuria .
E’ evidente che nel passato è sempre importato poco del suo decoro e della sua immagine, del suo coinvolgimento nella vita dei cittadini , anche se poi non si è mai persa occasione di straparlare, di fare proclami e discorsi sul recupero delle testimonianze della storia, come mezzo per recuperare la vocazione turistica, come volano di uno sviluppo economico, del quale in questa città si è perso da tempo anche il significato.
In più circostanze abbiamo denunciato, insieme a moltissimi cittadini, lo stato di abbandono di quel Castello e non solo di quello.
Le tante riunioni, i programmi, le promesse, spalmate nel tempo, sollecitate dalle numerose rimostranze dei cittadini, non hanno sortito alcun effetto concreto. Nel frattempo il degrado avanza, come è evidente a tutti, impantanato nel groviglio delle vicende burocratiche, che connotano da sempre le vicende di questo paese. Eppure il problema della relazione fra l’uomo e la testimonianza del suo passato, è stato periodicamente oggetto di pensiero alto e di discussione animata in questa città, come valore identitario, come mezzo per mantenere la memoria, per evocare qualcosa o qualcuno con cui rimanere in contatto, per tramandare nel tempo, esperienze e valori che sono state ritenute a fondamento della cultura e del futuro di una popolazione. Un’operazione di facciata, quasi fine a se stessa.
Infatti, non sempre c’è stata coerenza fra quello, che veniva detto e promesso e quanto effettivamente veniva fatto. Anzi quanto non veniva fatto.
Comunque, niente che possa destare meraviglia, in una città in cui la mancanza di rispetto verso la storia e la sua cultura è stata spesso di casa: dura a morire. Dove nel passato sono annidate molte responsabilità per la perdita di alcuni luoghi, che gridano il dolore di una città, che si è sentita tradita nei suoi affetti più cari.
Amare la propria città e i propri cittadini, non crediamo possa esprimersi solo con le parole, come si è spesso fatto, ma avendone cura, evitando e/o eliminando quelle situazioni che ledono il diritto di godere pienamente della possibilità di vivere in luoghi urbani, che offrano oltre al respiro ed al profumo della propria storia, un dignitoso decoro estetico, impedendo lo scadimento della qualità e della vivibilità urbana.
Comunque la nostra rappresenta la determinazione della volontà di chi chiede quel minimo di decoro e di impegno, che rientra nelle faccende ordinarie di una amministrazione che vuole e sappia amministrare, che si è impegnata a invertire la deriva negativa di questi ultimi anni.
E’ difficile, vivere nell’indifferenza di chi deve provvedere e non lo fa. Se ne dimentica.Noi comunque siamo stanchi del degrado, come siamo delusi e amareggiati, di chi lo ha tollerato e lo tollera voltandosi dall’altra parte.Brindisi merita di meglio, ma per raggiungerlo bisogna avere il coraggio di indignarsi, per non arrendersi al peggio, che ci circonda e ci sta opprimendo la vita.Aiutiamo il castello a non affogare nel degrado. Aiutiamoci, tutti insieme.