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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Albergo Acque Chiare, ancora un rinvio sull'istanza di dissequestro

BRINDISI – Ancora nessuna decisione per l’albergo realizzato nel complesso Acque Chiare. Il Tribunale del riesame ha rinviato tutto al 14 gennaio perché sono state presentate delle memorie e quindi ha dovuto concedere dei termini alle parti per poterle approfondire. A sollecitare il dissequestro è ancora una volta l’imprenditore Vincenzo Romanazzi che aveva già inoltrato richiesta al giudice monocratico Francesco Aliffi nelle scorse settimane, il quale la respinse sostenendo che “Acque Chiare è una lottizzazione che interessa l’intero complesso e la destinazione d’uso ha riguardato l’intera struttura.

BRINDISI – Ancora nessuna decisione per l’albergo realizzato nel complesso Acque Chiare. Il Tribunale del riesame ha rinviato tutto al 14 gennaio perché sono state presentate delle memorie e quindi ha dovuto concedere dei termini alle parti per poterle approfondire. A sollecitare il dissequestro è ancora una volta l’imprenditore Vincenzo Romanazzi che aveva già inoltrato richiesta al giudice monocratico Francesco Aliffi nelle scorse settimane, il quale la respinse sostenendo che “Acque Chiare è una lottizzazione che interessa l’intero complesso e la destinazione d’uso ha riguardato l’intera struttura.

La richiesta di Romanazzi è motivata dal fatto che l’albergo è la sola struttura che nel progetto di realizzazione di Acque Chiare non può avere altra destinazione se non quella ricettiva a scopi turistici. I difensori di Romanazzi,  Francesco Paolo Sisto e Vito Epifani, sostennero dinanzi al giudice Aliffi e sostengono dinanzi al Tribunale del riesame, che è possibile lo scorporo del solo albergo dal resto della struttura, che fosse abitativa o turistico – alberghiera. Si tratta – per gli avvocati – di una costruzione che ha una concessione edilizia autonoma (la numero 10 del 2005), differente dalla concessione per la realizzazione dei residence.

Aliffi, che è il giudice dinanzi al quale si sta svolgendo il processo per la lottizzazione abusiva a carico di Romanazzi, del notaio Bruno Cafaro, del funzionario comunale Carlo Cioffi e del progettista Severino Orsan), come già detto, ha ritenuto che un tale scorporo non è possibile e che quindi l’albergo rimane sotto sequestro assieme a tutte le altre strutture del villaggio: villette, impianti sportivi, supermercato e così via.

Acque Chiare, val la pena di ricordarlo, è un complesso abitativo sorto nella zona costiera a Nord di Brindisi. Le villette sono state vendute singolarmente mentre secondo la magistratura inquirente (i sostituti procuratori Adele Ferraro e Antonio Negro) non potevano essere cedute a fini privati – cioè vendute in maniera frazionata – prima dei 10 anni, ma dovevano essere utilizzate per ospitare turisti. Esattamente come l’albergo. Il sequestro avvenne nel maggio del 2008. Da allora i proprietari delle villette si stanno battendo per ritornare in possesso delle loro villette. Sostengono di avere acquistato in buona fede, spinti dai depliant pubblicitari messi in circolazione e dallo stesso sito della società Acque Chiare.

E tratti in inganno dal fatto che gli atti di acquisto furono effettuati regolarmente dinanzi ai notai. Le richieste di dissequestro sono state numerose e tutte  respinte. Due volte è stato chiamato ad esprimersi il tribunale di Brindisi e due volte la Cassazione. I sigilli non sono stati tolti e il rischio della confisca è sempre dietro l’angolo. Aliffi ha detto no anche ad una cooperativa di acquirenti che aveva proposto di gestire il complesso a fini ricettivi, per cinque anni. Ora si aspetta la decisione del riesame. Per Sisto e Epifani “la restituzione limiterebbe le ripercussioni negative della misura su ciò che dall’inizio era destinato all’esercizio dell’attività esclusivamente alberghiera”. Ma solo per il costruttore, e non certo per gli acquirenti delle ville.

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