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Cronaca

Multiservizi, alla partecipata anche la gestione dei rifiuti

Ipotesi sul tavolo del Comune: scartata la possibilità di diventare socio Amiu con l'acquisto di azioni per 400mila euro. Ora si segue l'esempio di Livorno e della società di nettezza urbana: 300 dipendenti, bilancio 2014 con perdita di 11 milioni di euro, finita sotto inchiesta con 15 indagati e ammessa al concordato preventivo

BRINDISI – A Palazzo di città si guarda al Comune di Livorno e alla società partecipata Aamps che gestisce la raccolta dei rifiuti per salvare la Multiservizi e scongiurarne la fine, con l’affidamento del servizio di nettezza urbana. L’esempio dell’Amministrazione toscana è finito sul tavolo della Giunta brindisina perché la livornese ha ottenuto dal Tribunale l’ammissione al concordato preventivo dopo aver chiuso il bilancio 2014 con una perdita di quasi 11 milioni di euro, approvata dall’esecutivo del sindaco grillino Filippo Nogarin alla fine del 2015.

Lavoratori della MultiserviziLa maggioranza della sindaca di Brindisi Angela Carluccio, stando a indiscrezioni, si sarebbe messa in scia per intraprendere la stessa rotta di navigazione dopo aver scartato l’ipotesi di acquisizione di una parte delle azioni della società barese Amiu che opera nel settore della nettezza urbana, per un valore di 400mila euro. Somma chiesta alla fine dello scorso mese di novembre dall’avvocato Gianfranco Grandagliano in veste di commissario della neo istituita agenzia regionale dei rifiuti, ma rispetto alla quale il Comune di Brindisi aveva evidenziato difficoltà essendo a corto di liquidità.

Di recente l’Ente, socio unico, ha deliberato l’approvazione al rendiconto della Multiservizi versione 2014, chiuso di nuovo in rosso, con una perdita pari a un milione e 333.219 euro che paragonata a quella della partecipata livornese  diventa “mini”.La società Aamps conta 300 dipendenti, 193 la Multiservizi.

L’ipotesi su cui sono al lavoro i componenti dell’esecutivo, con in testa il vice sindaco Francesco Silvestre, titolare della delega alla gestione dei Rifiuti, prevede l’affidamento alla Multiservizi del settore di nettezza urbana, non prima di aver ottenuto la disponibilità della discarica di Autigno, finita sotto sequestro nel mese di maggio 2015 nell’inchiesta per contaminazione della falda. Sotto sequestro, inoltre, resta l’impianto di Cdr sempre di proprietà dell’Amministrazione cittadina, nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione che la Procura di Brindisi ha contestato all’ex sindaco e all’ex amministratore unico della società che ne aveva ottenuto la gestione, arrivando a chiedere il processo per entrambi.

Le manovre, quindi, non sono facili tenuto conto dei sigilli. Diventano ancor più difficili se si considera che esiste un fascicolo d’inchiesta sulla Multiservizi, sulla scrivania del sostituto procuratore Giuseppe De Nozza (lo stesso che ha chiesto il rinvio al giudizio del Tribunale per la presunta mazzetta dietro l’impianto di Cdr). Le ultime visite degli agenti della Digos tanto nella sede della partecipata, quanto negli uffici del Comune sono recenti.

Nonostante tutto, a Palazzo di città, più di qualcuno sostiene che la manovra di salvataggio possa essere portata a termine avendo come esempio la partecipata del Comune di Livorno, per la quale le tribolazioni anche giudiziarie ci sono state e continuano a esserci: le cronache che arrivano dalla Toscana riportano di verifiche della Procura, di 15 persone sotto indagine per la gestione e di tre bilanci finiti nel mirino della Procura. Ma raccontano anche dell’ammissione al concordato preventivo, dopo la presentazione di un piano di recupero che ha permesso di scongiurare il fallimento.

Il concordato preventivo,  regolato dalla legge fallimentare,  negli ultimi anni ha subito una serie modifiche allo scopo di favorire il risanamento e la prosecuzione dell'attività di impresa. E’ necessario un piano di risanamento, sul quale si esprime il Tribunale dopo aver verificato la sussistenza di presupposti che attengono all’attivo patrimoniale, ai ricavi e ovviamente all’ammontare dei debiti.  Con la procedura di concordato preventivo l’impresa conserva l’amministrazione dei beni e continua ad esercitare l’attività di sotto la vigilanza del commissario giudiziale.

Per la Multiservizi occorre verificare se quei presupposti ci sono e lavorare sul piano di risanamento. Intanto solo oggi i consiglieri comunali componenti della Commissione Bilancio avranno modo di conoscere ufficialmente l’ammontare effettivo della perdita del rendiconto 2014 della Multiservizi: è prevista, infatti, l’audizione dell’amministratore unico della partecipata chiesta da settimane dagli esponenti di opposizione.


 

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