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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Allarme autobomba all'Auchan, ma l'artificiere non trova ordigni a bordo

MESAGNE – Sono le 11, 30 e la Mercedes Classe A grigio chiaro, con tutte e quattro le gomme a terra e senza targhe, è ancora vicino all’uscita del parcheggio laterale dell’Auchan di Mesagne, quello costeggiato dalla complanare che porta alla Cittadella della Ricerca. Un uomo della security del centro commerciale guarda all’interno dai finestrini, perché le portiere sono chiuse, e nota un cavo sospetto che parte dall’accendisigari del cruscotto e finisce apparentemente dentro una cassetta metallica, e forse prosegue verso il vano motore. Inutile correre rischi: vengono avvertite le forse dell’ordine e l’area viene isolata. Dal commissariato e dalla stazione carabinieri di Mesagne arrivano le pattuglie, viene inviato sul posto un artificiere della Polizia di Stato. Alla fine si accerterà che l’auto probabilmente era destinata ad un paese balcanico e proveniva dalla provincia di Reggio Calabria, ma che all’interno non c’erano ordigni: finisce l’allarme bomba e cominciano le indagini sulla vettura.

MESAGNE – Sono le 11, 30 e la Mercedes Classe A grigio chiaro, con tutte e quattro le gomme a terra e senza targhe, è ancora vicino all’uscita del parcheggio laterale dell’Auchan di Mesagne, quello costeggiato dalla complanare che porta alla Cittadella della Ricerca. Un uomo della security del centro commerciale guarda all’interno dai finestrini, perché le portiere sono chiuse, e nota un cavo sospetto che parte dall’accendisigari del cruscotto e finisce apparentemente dentro una cassetta metallica, e forse prosegue verso il vano motore. Inutile correre rischi: vengono avvertite le forse dell’ordine e l’area viene isolata.  Dal commissariato e dalla stazione carabinieri di Mesagne arrivano le pattuglie, viene inviato sul posto un artificiere della Polizia di Stato. Alla fine si accerterà che l’auto probabilmente era destinata ad un paese balcanico e proveniva dalla provincia di Reggio Calabria, ma che all’interno non c’erano ordigni: finisce l’allarme bomba e cominciano le indagini sulla vettura.

Questo l’episodio che si è svolto stamani ai margini dell’area del centro commerciale, di cui si sono accorte solo poche persone, quelle che avevano lasciato le auto nei pressi del punto critico. Tutto era cominciato, invece, nella notte, quando la Classe A ferma nel parcheggio deserto era stata notata da una pattuglia di guardie giurate, che ne avevano preso nota, ma senza notare i cavi sospetti. Ma le cose sono andate diversamente dopo il controllo avvenuto alle 11,30. La situazione era tutt’altro che decifrabile dall’esterno, e l’artificiere ha deciso di aggirare la presenza di possibili trappole collocando una micro carica di plastico sul finestrino lato guida, facendola brillare per frantumare il vetro e poter esplorare l’interno della vettura dal varco così aperto.

Poi è avvenuto l’esame del cavo e della valigetta metallica. Pochissimo tempo per accertare che si trattava di un accessorio per caricare la batteria di un cellulare, casualmente coperto da una cassetta porta-attrezzi piatta. A quel punto è stato aperto il vano motore, e anche in questo caso nulla di pericoloso e di anomalo, salve alcune fascette in teflon applicate dal alcuni collettori, per tenerli in sede. A conti fatti, una vettura abbandonata definitivamente, durante il tragitto verso destinazione ignota. Un veicolo che molto probabilmente nessuno reclamerà indietro. Tuttavia la piccola monovolume Mercedes è stata posta sotto sequestro: dal numero di telaio, si è riusciti a risalire rapidamente ad una annotazione del 26 gennaio, mercoledì scorso, della Motorizzazione di Reggio Calabria, relativa ad un ritiro dalla circolazione in Italia a fine di esportazione. Si evince infatti che la precedente proprietaria della vettura aveva consegnato targhe e carte di circolazione. Ma le cose stanno realmente così, o dietro c’è il mercato parallelo e illegale delle auto da rottamare immesse invece nei canali di riciclaggio? Questo si vedrà nel corso delle indagini.

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