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Cronaca Fasano

Alloggio confiscato, il prefetto stoppa l'assegnazione a pregiudicato

FASANO - Il prefetto stoppa l'assegnazione ad uso abitativo di un immobile confiscato ad un noto pregiudicato di Fasano, vicenda che all'inizio dell'estate aveva suscitato polemiche e malumori sia all'interno della maggioranza di centrodestra, che in consiglio comunale, nel corso della seduta in cui si sarebbe dovuto approvare il regolamento sulla destinazione dei beni. La notizia è stata data dalla stessa amministrazione comunale fasanese, che aveva già stipulato un contratto con l'interessato.

FASANO - Il prefetto stoppa l'assegnazione ad uso abitativo di un immobile confiscato ad un noto pregiudicato di Fasano, vicenda che all'inizio dell'estate aveva suscitato polemiche e malumori sia all'interno della maggioranza di centrodestra, che in consiglio comunale, nel corso della seduta in cui si sarebbe dovuto approvare il regolamento sulla destinazione dei beni. La notizia è stata data dalla stessa amministrazione comunale fasanese, che aveva già stipulato un contratto con l'interessato.

"L’amministrazione comunale di Fasano, con apposita delibera di giunta, ha revocato una propria precedente deliberazione (risalente al 29 aprile scorso) con la quale si assegnava un immobile confiscato, e da destinarsi ad alloggio per indigenti senza tetto, a Lorenzo Ancona. La decisione dell’amministrazione comunale - dice il comunicato - è scaturita dalla risposta che il prefetto Domenico Cuttaia ha dato al sindaco Lello Di Bari che aveva formalmente richiesto (con nota del 24 giugno) alla Prefettura brindisina quale fosse la posizione del signor Ancona in merito alla normativa vigente in materia antimafia".

Il prefetto Cuttaia, quindi, con nota formale del 30 giugno scorso, comunicava che Ancona “risulta destinatario di misure di prevenzione a suo carico che ostano, ai sensi della vigente normativa antimafia, all’affidamento in comodato gratuito di immobile confiscato”. Da ciò la delibera di annullamento della deliberazione di assegnazione dell’immobile a Lorenzo Ancona. "Nei prossimi giorni toccherà al dirigente comunale del Settore patrimonio - spiega l'amministrazione comunale fasanese - predisporre tutti gli atti necessari alla rescissione del contratto di comodato gratuito che era già sottoscritto fra Comune ed Ancona".

L’immobile di 65 mq. di superficie, sito nella frazione marinara di Savelletri in via della Scogliera, era entrato a far parte del patrimonio del Comune, come bene confiscato, il 29 giugno 2009 quando, con delibera di giunta, l’abitazione veniva acquisita al patrimonio indisponibile del Comune. La giunta comunale, che già aveva deciso di destinarlo in comodato gratuito a soggetti indigenti senza tetto, lo scorso 29 aprile con delibera aveva assegnato l’immobile ad Ancona, sulla scorta di due richieste formali di assegnazione di abitazione che lo stesso Ancona aveva presentato al Comune.

"Infatti, con nota del 7 maggio 2009 Lorenzo Ancona, occupante, con la propria famiglia, composta da cinque persone (di cui tre minori), il locale adiacente i bagni pubblici di via Nazionale dei Trulli, aveva lamentato - ricostruisce la nota del Comune - la situazione di antigienicità dell’immobile occupato, dovuta, in particolare, alle notevoli infiltrazioni d’acqua, probabilmente provenienti dal giardino sovrastante e chiedeva l’assegnazione di uno degli immobili confiscati alla criminalità ed acquisiti al patrimonio del Comune di Fasano; Ancona, peraltro, con nota successiva, datata 22 febbraio 2010, denunciava l’aggravamento della situazione di degrado dell’immobile occupato dalla sua famiglia, documentata dalle fotografie che allegava, sollecitando l’assegnazione di uno degli immobili confiscati alla criminalità ed assegnati al Comune di Fasano".

Successivamente il  Comune faceva effettuare il 10 marzo successivo un sopralluogo dal tecnico comunale nella casa occupata dalla famiglia Ancona; il tecnico constatava “vistose infiltrazioni di acqua dal solaio di copertura che determinano una condizione igienico-sanitaria sicuramente precaria”; il tecnico rilevava, inoltre, l’inopportuna destinazione di tali locali ad abitazione, avendo gli stessi una areazione ed illuminazione assolutamente insufficienti e non a norma, "tanto da spingere il sindaco Di Bari a chiedere al Dirigente medico dell’Asl Br/1 di accertare le reali condizioni igienico-sanitarie dei locali in oggetto".

L’Asl faceva effettuare, quindi, un proprio sopralluogo il 31 marzo successivo "che confermava integralmente le risultanze del sopralluogo effettuato dal tecnico comunale e dichiarava i locali inadeguati dal punto di vista igienico-sanitario per essere adibiti ad abitazione. Quindi, rilevata anche la situazione reddituale di Ancona (modello Isee 2010 relativo ai redditi percepiti nel 2009) dalla quale emergeva l’indigenza economica in presenza, peraltro, di tre minori all’interno della famiglia, la giunta assegnava in comodato gratuito l’abitazione di Savelletri per cinque anni rinnovabili".   Mancava però il requisito fondamentale: nessun conto con la giustizia.

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