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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Ostuni

Altra violenta rissa tra gli immigrati ospiti dell’Hotel “La Fazenda”

OSTUNI – Ancora una rissa. E la stima dei danni s’ingrossa. Resta sempre pesante, dunque, il clima presso l’hotel “La Fazenda”, nella Zona industriale della Città bianca, dove nelle ultime ore si sono registrati ulteriori momenti di tensione tra i profughi.

OSTUNI – Ancora una rissa. E la stima dei danni s’ingrossa. Resta sempre pesante, dunque, il clima presso l’hotel “La Fazenda”, nella Zona industriale della Città bianca, dove nelle ultime ore si sono registrati ulteriori momenti di tensione tra i profughi.

Alcuni nordafricani sarebbero giunti nuovamente alle mani, arrecando altri danni alla struttura ricettiva, già messa sottosopra in occasione della violenta zuffa di un paio di settimane fa.

Agenti della Polizia e militari della Guardia di finanza sono dovuti intervenire per riportare l’ordine. A provocare gli animi sarebbero stati un paio di emigranti, che nelle ultime settimane avrebbero provocato non poche baruffe tra i tavoli della sala ristorante e lungo i corridoi dell’albergo, arrecando anche seri danni alla struttura: un impianto ricettivo che di fatto per ragioni di sicurezza da oltre un mese è stato chiuso al pubblico, per consentire un comodo ricovero agli immigrati.

Una situazione ormai ingestibile, sotto il profilo dell’ordine pubblico, tanto da spingere il titolare del complesso alberghiero, Stefano Valente, a lanciare un nuovo allarme: “Qui è un caos inaccettabile, in attesa dei permessi definitivi di soggiorno. Ho messo la struttura a piena disposizione della Protezione civile, ma sono stato lasciato solo a gestire questa emergenza, accusando peraltro danni evidenti. A queste condizioni non è possibile andare avanti. La struttura è al collasso”.

Un grido di dolore ribadito dinanzi ai vertici regionali della Protezione civile, dove si è recato insieme all’assessore comunale alle Politiche sociali, Tommaso Moro.

“Ho illustrato la problematica, spiegando - afferma Valente - che a sollevare il putiferio, con comportamenti violenti, sono complessivamente una decina di emigranti, già segnalati dal sottoscritto e per i quali ho proposto istanza di allontanamento dal complesso ricettivo. Mi hanno assicurato che nei prossimi giorni dovrebbero essere trasferiti, nel barese. Spero che la situazione a quel punto si acquieti”.

Ma la riunione alla quale ha preso parte è servita anche a fare due conti: “Attualmente sono disponibili 170 mila euro, destinati ad essere ripartiti tra le 17 strutture alberghiere pugliesi che ospitano i profughi. Entro 10 giorni la stessa Protezione civile potrà contare su una disponibilità di cassa di 340 mila euro, tale da coprire il 40 per cento delle spese di soggiorno già fatturate e che ammontano, soltanto per quel che mi riguarda, a circa 170 mila euro”.

Ad oggi l’albergo ospita 76 profughi. Molti di loro provengono dalle terre tunisine situate ai confini con la Libia, altri sono scappati dalla Palestina, dalla Siria, dall’Afghanistan, dal Ghana, dalla Nigeria, dal Pakistan e dal Bangladesh.

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