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Operazione Uragano: altri quattro scarcerati dal tribunale del riesame

Altre scarcerazioni nell'ambito dell'Operazione Uragano, condotta dalla Guardia di Finanza di Brindisi contro tre gruppi di spaccio operanti in varie regioni italiane, e attestati tra S. Pietro Vernotico, Brindisi e Rimini

BRINDISI – Altre scarcerazioni nell’ambito dell’Operazione Urgano, condotta dalla Guardia di Finanza di Brindisi contro tre gruppi di spaccio operanti in varie regioni italiane, e attestati tra S. Pietro Vernotico, Brindisi e Rimini. Il tribunale del riesame di Lecce oggi ha rimesso in libertà, annullando l’ordinanza di custodia cautelare, Consiglia Baglivo di 44 anni, Cristina Palano di 37 anni e Andrea Sgura di 23 anni, tutti difesi dall’avvocato Laura Beltrami.

I tre indagati rispondevano tutti di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, e di vari episodi di spaccio. Sgura secondo gli investigatori farebbe parte del gruppo brindisino al cui vertice si trovano Cosimo D’Alema, Juri Rosafio e Vincenzo D’Ignazio. Le due donne apparterrebbero, secondo le ricostruzioni investigative, all’altro gruppo brindisino, quello dei Baglivo.

Consiglia Baglivo è sorella di Andrea Baglivo, collocato alla testa del clan familiare assieme al figlio Michele, e di Maurizio Baglivo. Mentre Cristina Palano è imparentata con Tania Carriero, moglie di Michele Baglivo. Ma il tribunale del riesame di Lecce, che nei giorni scorsi aveva accolto altre istanze di annullamento dell’ordinanza avanzate dai difensori ai alcune persone coinvolte nel blitz delle “fiamme gialle”, oggi ha rimesso in libertà anche un altro personaggio importante dell’indagine.

Si tratta di Cristian Quarta, 37 anni, di San Pietro Vernotico, che operava in Friuli, a Magnago dove risiede. Secondo gli inquirenti, era l’intermediario tra i gruppi di spaccio di Pordenone e il gruppo di D’Alema.  Quarta, difeso da Manuela Greco, avrebbe messo in contatto lo stesso D’Alema e Rosafio con un albanese in Friuli, che fornì ai brindisini 550 grammi di cocaina. Il compito di portare la droga a Brindisi fu affidato a Leonardo Monaco, il quale finì nella rete della Guardia di Finanza il 27 gennaio del 2011, in un distributore di carburante nei pressi di Torre Canne, mentre rientrava con la coca.

Torna libero anche Alfredo Zecca, 29 anni, di Brindisi, difeso da Anna Cavaliere.

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