L'Arpa sequestra altri due siti di rifiuti pericolosi nel petrolchimico
Tra ieri sera e oggi, un capannone e un'area scoperta. Notifica anche a Syndial per violazioni delle norme del Testo unico sull'ambiente
BRINDISI – Il petrolchimico costruito da Montedison tra il 1959 e il 1960 è ormai semideserto, una distesa grande cinque volte il centro storico della città a ridosso della quale lo vollero le politiche di industrializzazione del Sud, come accade poco dopo anche per il siderurgico di Taranto. Oggi, dopo oltre 10 anni di riunioni, verbali, anche aspri contrasti presso la Conferenza nazionale permanente dei servizi per le aree Sin, al Ministero dell’Ambiente, ancora sostanzialmente ferme le operazioni di bonifica previste dal protocollo siglato dalle parti per Brindisi.
Ma nel petrolchimico consortile, passato ad Eni, operano ormai solo Versalis, la società che gestisce gli asset della chimica pubblica, con il suo cracker; Enipower con la sua centrale termoelettrica a gas a ciclo combinato, e l’americana Basell. Il resto è una distesa di impianti fantasma, ma anche di discariche di rifiuti speciali e pericolosi, come dimostrano il sequestro eseguito pochi giorni fa, il 13 novembre, dall’Arpa di Brindisi e dai carabinieri del Noe di Lecce, e un altro sequestro eseguito tra ieri giovedì 16 novembre e oggi dal solo Dap Arpa brindisino.
Anzi, i sequestri per l’esattezza sono stati due. Il primo, ieri sera al termine di una delle aree abbandonate occupata a suo tempo da una società di cui non è ben chiara la sorte. Si tratta di una estensione molto meno importante di quella posta sotto sigilli giorni fa, che sfiorava i 27 ettari: si tratta stavolta di un capannone dove l’Arpa nel corso del sopralluogo ha scoperto amianto, guaine, pneumatici, cavi elettrici. Si sporgerà al momento denuncia a carico di ignoti in attesa di risalire con certezza al soggetto giuridico che gestiva il sito.
Il secondo provvedimento di sequestro è stato notificato nel tardo pomeriggio di oggi venerdì 17 novembre al legale rappresentante della Syndial a Brindisi (la società dell’Eni che gestisce i servizi consortili nei petrolchimici del gruppo pubblico), in cui si prefigurano irregolarità nella gestione dei rifiuti. I sigilli sono stati apposti a un’altra area (di circa 3mila metri quadrati) in cui allo scoperto erano ammassati rifiuti speciali classificati come pericolosi: scorie liquide, oli, filtri, parti di strumentazioni elettroniche, materiale proveniente da demolizioni.
L’Arpa avrebbe contestato a Syndial anche l’irregolare gestione delle acque meteoriche, in violazione a quanto previsto dal Testo unico delle leggi sull’ambiente. I nuovi sopralluoghi lasciano ritenere che Arpa intendere che Arpa ispezionerà gradualmente l’intera area del petrolchimico consortile di Brindisi,