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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Ostuni

Società/ Bimba rapita: non basta il legame di sangue per essere genitori

Lancia la figlia dalla finestra, per rapirla, poi si lancia anche lei. A prendere la piccola, dopo un volo di sei metri, il compagno della donna, che la acciuffa come fosse un pacco. Succede in una casa-famiglia di Ostuni; un piano a suo modo folle e geniale

Lancia la figlia dalla finestra, per rapirla, poi si lancia anche lei. A prendere la piccola, dopo un volo di sei metri, il compagno della donna, che la acciuffa come fosse un pacco. Succede in una casa-famiglia di Ostuni; un piano a suo modo folle e geniale. La mamma della bambina aveva già tentato il gesto nel maggio scorso, ha ventitré anni con una storia di tossicodipendenza alle spalle.

Era stato momentaneamente deciso di affidare la piccola ad una struttura specializzata, in attesa di un ravvedimento. La donna non ci sta e con l’aiuto di un complice mette in atto un piano criminale, con le permetterà, nelle sue intenzioni, di riavere sua figlia. Spinta forse da un senso materno, di riprendersi ciò che le appartiene, o forse per altri scopi, rimane un gesto inconsulto ai limiti della nostra razionalità.

Quello che unisce una mamma ad un figlio fin da quando lo sente muoversi nella pancia, è qualcosa che va al di là di se stesse, è un attaccamento fatto di un amore per sé, ma soprattutto per il piccolo che cresce giorno per giorno. È un amore incondizionato, una sincronia di sguardi, carezze e cure in cui è la mamma a sintonizzarsi sulle note del nuovo arrivato; è il prolungamento di se stesse, il completamento della propria vita.

L’allattarlo, il cullarlo, il prenderlo in braccio per cantargli una canzoncina e raccontargli le favole quando ancora in pancia, sono gesti d’amore che esulano il proprio tempo e ritmo, per adeguarsi ai ritmi del bambino, per dirgli che lui è il benvenuto nella vita dei genitori, per esprimergli che lì fuori lo aspetta un mondo d’amore. A volte queste cure vengono meno poiché le mamme non riescono a badare a se stesse, come nel caso della 23 enne che fa uso di sostanze.

La donna, infatti, probabilmente, si rifugia nella sostanza per dimenticare le problematiche che la affliggono, i legami soffocanti e costrittivi con i suoi cari, esula dal confronto e dal dialogo con gli altri, viola le regole, è incapace di attendere l’iter burocratico per riavere la figlia, tratta la stessa come un bene di proprietà. La tossicodipendenza, inoltre, crea astinenza e allarme nel procurarsi altre dosi maggiori per stare bene, quel benessere immediato e frivolo che non lascia spazio all’amore per un figlio.

rapimento minore 4-2L’amore, alimentato da egoismi, non basta a curare un bambino, se la psicosi venuta dall’abuso di sostanze o da altre patologie crea la patina della malattia che non lascia vedere oltre, ma fa soddisfare solo i propri bisogni. Serve una buona dose di razionalità e rinunce, perché si ha la responsabilità di un’altra vita. La bambina rapita, trattata come un pacco posta, in poco tempo ha fatto più viaggi che noi in un mese: è stata sballottata come una pallina da ping pong da un posto all’altro, lanciata da una finestra per volere degli adulti, e poi portata in Germania.

Questo è allarmante! Quando si ama un figlio più di se stessi, si cerca il suo bene, che va oltre il proprio, e questa bimba di appena 2 anni e mezzo, ha già vissuti abbandoni, traumi e trascuratezze. Forse ha ormai un’idea del mondo poco sicuro e minaccioso, e soprattutto degli adulti trascuranti e imprevedibili.

Allevare, educare, crescere un bambino non si giustifica solo per avere con lui un legame di sangue; l’amore quello sano e incondizionato nasce anche senza legami di sangue. Essere genitori è un compito arduo, e significa prendersi cura di sé, amarsi e sapere amare, riuscire a dare e saper ricevere; è un’esperienza unica quanto coraggiosa. Il dovere del senso di responsabilità viene ripagato dall’amore di una creatura che ancora deve conoscere il mondo, dalla gioia, soddisfazione, felicità, che emana un bambino per il solo fatto che sia nato; questo dovrebbe essere la molla per decidere di cambiare, migliorare, saper attendere, rinunciare a qualcosa per avere in cambio l’amore puro che sa dare totalmente un bambino.

Amore incondizionato, sincronia di gesti e parole, comunicazione emotiva, soddisfazione dei bisogni del piccolo, coraggio, pazienza sono gli ingredienti da trasmettere ad un figlio. Per quanto si abbia diritto di stare con il proprio figlio è altrettanto necessario risolvere le proprie problematiche, poiché il bambino principalmente ha diritto a sicurezze, serenità e sorrisi nel nuovo mondo che gli offriamo.

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