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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

“Anche a Brindisi sciopero della fame tra i detenuti, a sostegno di Pannella”

BRINDISI – “Da stamattina 194 detenuti del carcere di Brindisi sono in sciopero della fame a sostegno della iniziativa di Marco Pannella che digiuna da oltre un mese perché l'Italia torni a poter essere in qualche misura considerata una democrazia, ma soprattutto per la situazione disumana delle carceri italiane”. A renderlo noto è il segretario dell'associazione “Nessuno Tocchi Caino”, Sergio D'Elia, secondo il quale “obiettivo comune e dichiarato è che venga finalmente varato un provvedimento di amnistia, che nel nostro Paese manca da oltre 20 anni, unica strada percorribile per un sistema da tempo al collasso, sovraccarico al 150% della propria capacità massima”.

BRINDISI – “Da stamattina 194 detenuti del carcere di Brindisi sono in sciopero della fame a sostegno della iniziativa di Marco Pannella che digiuna da oltre un mese perché l'Italia torni a poter essere in qualche misura considerata una democrazia, ma soprattutto per la situazione disumana delle carceri italiane”. A renderlo noto è il segretario dell'associazione “Nessuno Tocchi Caino”, Sergio D'Elia, secondo il quale “obiettivo comune e dichiarato è che venga finalmente varato un provvedimento di amnistia, che nel nostro Paese manca da oltre 20 anni, unica strada percorribile per un sistema da tempo al collasso, sovraccarico al 150% della propria capacità massima”.

L'adesione allo sciopero di tutti i detenuti brindisini (eccetto due che per motivi di salute non hanno potuto interrompere l'alimentazione), sarebbe stata comunicata a d’Elia dall'associazione “Famiglie Fratelli Ristretti”, costituita un anno fa a Brindisi proprio per promuovere e difendere i diritti dei detenuti.

“Il carcere di Brindisi - afferma D'Elia - è tra i più sopportabili dell'universo penitenziario pugliese, che complessivamente è però ai primi posti nella triste classifica nazionale del sovraffollamento. La lotta non violenta dei detenuti di via Appia solleva quindi un problema più generale delle carceri pugliesi e non solo e, ne sono certo, si svolgerà nel modo più pacifico e meno gravoso per gli operatori penitenziari, anche loro vittime della stessa emergenza umanitaria che affligge le carceri”.

Quindi l’accusa del segretario di Nessuno Tocchi Caino: “La cosa grave – attacca D’Elia - è che nessuno, eccetto i Radicali, pare preoccuparsi del fatto che in Italia si contano sulle dita di una mano i Garanti regionali delle persone private della libertà. Neanche la Puglia di Nichi Vendola, con il suo infelice primato di sovraffollamento e morti in carcere, ha il suo Garante, nonostante siano passati ormai cinque anni dalla legge istitutiva”.

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