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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Piazza Duomo

Anche il museo Ribezzo a rischio chiusura. "Le istituzioni si mobilitino per salvarlo"

Non solo la biblioteca. Anche il museo archeologico provinciale "Francesco Ribezzo" potrebbe chiudere i battenti. Il rischio è concreto, perché la Regione Puglia non si è ancora pronunciata sulla ridistribuzione delle deleghe che non rientrano fra le funzioni fondamentali dell'ente Provincia, il cui assetto verrà riformato dalla così detta legge Delrio

BRINDISI – Non solo la biblioteca. Anche il museo archeologico provinciale “Francesco Ribezzo” potrebbe chiudere i battenti. Il rischio è concreto, perché la Regione Puglia non si è ancora pronunciata sulla ridistribuzione delle deleghe che non rientrano fra le funzioni fondamentali dell’ente Provincia, il cui assetto verrà riformato dalla così detta "legge Delrio" in vigore dall’8 aprile 2014. Al momento vige assoluta incertezza sulle sorti di uno dei beni più importanti del territorio, noto a livello internazionale per il valore delle opere custodite al suo interno. Il museo si trova nella stessa situazione di stallo che interessa anche la biblioteca provinciale di viale Commenda (la cui situazione è stata affrontata in un precedente articolo).

La Regione dovrebbe sciogliere entro il prossimo 31 marzo la riserva sulle deleghe provinciali. Oltre al settore cultura, il nodo La sala dei Bronzi, Museo provinciale 'Ribezzo' di Brindisiriguarda anche i settori Servizi sociali, Politiche comunitarie e Polizia provinciale. Ma il museo, purtroppo, è in affanno da tempo. Basti pensare che ieri (22 marzo), in occasione della giornata del Fai (Fondo ambientale italiano), i cancelli dell’edificio di piazza Duomo sono rimasti mestamente chiusi (nella foto a destra, la sala dei bronzi).

La Provincia non ha risorse a disposizione per pagare lo straordinario ai 10 dipendenti (direttrice compresa) della struttura. Le aperture domenicali sono un’utopia. Il museo è aperto mattina e pomeriggio solo al martedì. Ai lavoratori può essere garantito solo il compenso base, senza indennità. Se non vi saranno novità nei prossimi giorni, i crocieristi che da aprile si riverseranno per le vie di Brindisi grazie agli approdi della Msc Magnifica, troveranno il museo chiuso. E si tratterebbe di uno smacco enorme per un capoluogo che proprio attraverso la valorizzazione del proprio patrimonio culturale dovrebbe rilanciare la propria immagine all’estero.

Che il museo Ribezzo sia un polo d’eccellenza lo conferma il fatto che uno dei pezzi pregiati della sua collezione (la statua bronzea del “Principe Ellenistico”, individuata nel luglio del 1992 a 16 metri di profondità, a ridosso di una parete di grotto nelle acque di Punta del Serrone), dallo scorso 14 marzo è al Palazzo Strozzi di Firenze, insieme ad altri 49 capolavori in bronzo, nell’ambito della mostra “Potere e Pathos”. Istituito nel 1884 nella sede del tempio di San Giovanni al Seplocro, il museo venne trasferito nell’attuale sede (il veccio ospedale civile di piazza Duomo) nel 1954.

Nell’ultimo ventennio, il suo patrimonio si è arricchito notevolmente. Attualmente consta di 13 sale espositive, di una biblioteca specialistica, di laboratori di restauro e di un auditorium in cui si svolgono varie iniziative. Un gruppo di brindisini si batte da circa un anno e mezzo per tutelarne l’autonomia.

Fra di loro c’è Francesco Buongiorno, fondatore, insieme a Domenico Calcagno, del comitato "Amici della Provincia". “All’epoca demmo vita a questo movimento – afferma Buongiorno – per preservare l’autonomia della Provincia dall’ipotesi di accorpamento. Successivamente questo argomento fu messo da parte e si cominciò a parlare di chiusura dell’ente Provincia. Oggi siamo arrivati a un punto tale che non si sa a chi competa la cultura”.

La Sala del Museo con i calchi di Ostuni 1 e 2“Ci troviamo di fronte – prosegue Buongiorno – a una drammatica situazione. E’ incerto il destino di un bene che è patrimonio della nazione. Senza enfasi alcuna, il museo Ribezzo è conosciuto a livello mondiale grazie al suo patrimonio inestimabile”.

C’è chi afferma che nel decreto proposto lo scorso ottobre dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini (convertito poi in legge), via siano i margini di manovra per garantire l’autonomia del museo Ribezzo. Il provvedimento prevede infatti l’autonomia dei principali musei statali attraverso dei bandi di concorso aperti a manager internazionali, con lo scopo di rendere i beni culturali più produttivi. Ma non si potrà battere questa strada, fino a quando la Regione non farà chiarezza sulle deleghe (nella foto a sinistra, la sala del museo con i calchi di Ostuni).

E da Francesco Buongiorno, dunque, parte un accorato appello ai consiglieri comunali e regionali, ai parlamentari locali e a tutte le istituzioni territoriali “affinché si attivino per salvaguardare questo patrimonio”. “In una circostanza come questa – prosegue Buongiorno – tutta la provincia dovrebbe mobilitarsi. Perché sarebbe un vero e proprio crimine chiudere il museo, per non parlare del danno gravissimo che subirebbe il personale”.

Già, perché la direttrice, Emilia Mannozzi, e i 9 dipendenti del museo stanno facendo i salti mortali per mandare avanti la struttura, nonostante la carenza di personale. Con grande spirito di sacrificio, queste persone hanno fatto fronte a una marea di difficoltà. Ma adesso non possono essere lasciate da sole. Brindisi deve mobilitarsi per salvare il suo museo. 

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