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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ostuni

Anche a Ostuni il turismo tra gli obiettivi della criminalità organizzata

I dettagli della relazione firmata dal prefetto Carolina Bellantoni che ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni il 23 dicembre 2021

OSTUNI - Che la criminalità organizzata in Puglia voglia inquinare il turismo e fare affari in questo settore, non è una novità. E' un trend che gli analisti attenzionano da tempo. Ora, a conferma di ciò, arriva la relazione firmata dal prefetto di Brindisi Carolina Bellantoni che ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Ostuni. Sono una settantina di pagine in cui vengono ricostruite minuziosamente le vicessitudini politiche recenti della Città bianca. E anche quelle della criminalità organizzata del territorio. Il terremoto che ha scosso l'Amministrazione Cavallo parte da questa relazione, che riassume gli accertamenti effettuati dalla commissione di accesso nominata dal prefetto di Brindisi che ha operato fra febbraio e agosto 2021.

La relazione del ministero degli Interni

Criminalità a Ostuni

Innanzitutto, il contesto: Ostuni non è un territorio vergine dal punto di vista della criminalità organizzata. Leggi: Sacra Corona Unita. La città risente, si legge nella relazione, dell'influenza del clan dei "mesagnesi", Pasimeni - Vitale - Vicentino. Quest'ultimo è radicato nella parte settentrionale della provincia brindisina, quindi anche a Carovigno, il Municipio "gemello" sciolto anch'esso per infiltrazioni mafiose. L'ex sindaco e l'ex presidente del Consiglio comunale di Carovigno sono stati assolti di recente da accuse riguardanti compravendita di voti. Tornando a Ostuni, qui vi operano, stando alle informazioni acquisite dalle forze dell'ordine, due gruppi criminali: il sodalizio Zurlo e quello Prudentino - Colucci, entrambi vicini al clan dei "mesagnesi". Inoltre, nel territorio comunale vi sono più soggetti legati alla criminalità organizzata.

Il quadro della politica locale

Per la commissione ispettiva il quadro della politica locale è, allo stesso modo, motivo d'allarme: la "cornice di rappresentanza politica si connota per la presenza in Consiglio comunale di vari soggetti pregiudicati o legati da vincoli di parentela o affinità con persone gravate da condanne per reati, anche di stampo mafioso, che non hanno esitato [...] a dichiararsi contrari all'accertamento di eventuali irregolarità amministrative demandato alla Commissione Consiliari d'indagine e a disertarne i lavori". Questa situazione è il terreno, fertile, in cui è maturato in intreccio, un groviglio che ha strangolato la cosa pubblica e fatto perdere di credibilità la politica locale. I fini perseguiti non sarebbero quelli logici, quelli istituzionali, ma fini privati, di natura più che dubbia, criminale. Altra criticità: i controllori. "Il quadro - si legge sempre nella relazione - si completa con una innegabile ridotta capacità operativa del corpo di Polizia Locale". Sembra "inidoneo" a svolgere funzioni di controllo, che sono necessarie, ed è ingessato da contrapposizioni interne.

Le mani della criminalità sul turismo

Questo, come detto, è il terreno fertile. Ma come si dirama la (mala)pianta? Sfruttando le nuove frontiere economiche della criminalità organizzata locale: i parcheggi sulla costa e in città. Non solo: ci sono anche le autorizzazioni e le licenze legate al settore turistico. La relazione è chiara: "La peculiare conformazione geografica del comune di Ostuni, lo sviluppo di numerosi stabilimenti e di villaggi lungo la costa, nonché la crescita del settore turistico hanno posto in luce come la gestione delle aree di parcheggio costituisca un settore economico su cui si è concentrato l'interesse di società i cui titolari o prossimi congiunti risultano collegati, direttamente o indirettamente, al mondo della criminalità organizzata e hanno tratto vantaggio economico dall'assenza di strumenti di programmazione urbanistica e gestionale, oltreché di forme di controllo da parte dell'ente locale volte a tutelare gli interessi pubblici".

Le "gemelle" Ostuni e Carovigno

Oltre alla nota vicenda riguardante l'assegnazione del parcheggio in località Santa Lucia, sul litorale, a una società in odor di mafia, sono affiorate anche altre anomalie nelle attività dell'ente, per quel che concerne gli affidamenti del servizio di assistenza e salvataggio bagnanti sui tratti di spiaggia libera fra il 2019 e il 2020. Insomma, il turismo, ancora. E' quanto emerso anche da un'altra relazione, quella riguardante lo scioglimento del Consiglio comunale di Carovigno. Anche qui le consorterie criminali volevano mettere le mani sulle aree di parcheggio e sulla gestione dei servizi di trasporto turisti che visitano il sito naturalistico di Torre Guaceto o che affollano le vicine località balneari nel periodo estivo. Un business non indifferente. In un'intervista concessa nel giugno 2021 a BrindisiReport, il prefetto di Brindisi, Carolina Bellantoni, aveva chiaro il quadro della situazione: "Il settore turistico in generale - penso ai parcheggi nei pressi delle spiagge, alle attività connesse alla balneazione, alla guardiania - è florido. E gli appetiti della mafia si concentrano dove c'è molto denaro, dove c'è la capacità di fare business". E' proprio quanto accaduto a Ostuni e Carovigno.

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